Sánchez sul “problema” del ‘solo sì è sì’: “Lo risolveremo”

Cortesia del Congreso de los Diputados.
Cortesia del Congreso de los Diputados.

MADRID — “Lo risolveremo”. È la promessa del premier Pedro Sánchez sul “problema”, come lui stesso lo ha definito, che da diversi giorni sta occupando buona parte del dibattito pubblico e politico: quello delle riduzioni di condanne per reati sessuali susseguenti all’entrata in vigore della legge del solo “sì è sì”. A strappare questa dichiarazione sono stati alcuni cronisti parlamentari presenti oggi alla sessione di ‘question time’ a cui era chiamato il primo ministro insieme al resto del governo, in uno dei corridoi della Camera bassa. Stesso luogo in cui, ancora una volta, sono tornate ad emergere discrepanze tra le due formazioni che lo compongono in merito a come metter fine a questa prolungata polemica.

Come già la settimana scorsa, Sánchez è stato subito chiamato ad affrontare l’argomento anche dai banchi dell’opposizione. “Ieri sono stati superati i tre mesi dalla prima riduzione di pena a un delinquente sessuale”, è quanto gli ha ricordato la portavoce parlamentare del Partito Popolare Cuca Gamarra. “Quella legge è un pastrocchio che lascia indifesi donne e bambini, e che lei continua a non sistemare”.

“Noi possiamo sbagliarci, ma quando ciò succede, ci mettiamo subito al lavoro per risolvere il problema”, ha detto il presidente in un passaggio della sua replica.

Il tentativo di rassicurazione pronunciato poi dal premier all’uscita dal Congresso e captato da Europa Press e altri media si inserisce in un quadro di tensioni non dissimulate tra il suo partito e i soci di Unidas Podemos in merito alla legge del ‘solo sì è sì’, una norma fortemente promossa da questi ultimi con l’obiettivo di tutelare meglio le donne dalle violenze sessuali.

Negli ultimi giorni, il dibattito si è incentrato su fino a che punto sia valida una proposta dei socialisti per riformare la legge modificandone alcune parti allo scopo di evitare sconti di pena, iniziativa registrata in Parlamento senza un accordo precedente con Unidas Podemos, che accusa il partito di Sánchez di voler “tornare al modello legislativo anteriore”.

“Non abbiamo un problema tecnico, abbiamo un problema politico”, è tornata oggi a insistere la ministra delle Pari Opportunità Irene Montero, che rappresenta quest’ultimo partito. “Siamo in un momento di rischio di retrocesso in quanto a diritti delle donne”, aggiungendo anche che comunque spera in un accordo nel governo e in Parlamento su come ritoccare la norma del ‘solo sì è sì’ “prima” che la proposta del PSOE venga approvata “con i voti di Partito Popolare e Vox”.

Montero ha anche affermato che, attualmente, la sua formazione sta puntando a lavorare con i partner di governo su una nuova “proposta” in modo “discreto”, per far sì che sia “una risposta unitaria alle preoccupazioni delle vittime” di violenza sessuale. E ha aggiunto che le proposte presentate per negoziare sono già state “più di sei”.

“L’importante non è il numero di proposte, ma arrivare a un accordo sul nucleo della discrepanza”, ha detto da parte sua a giornalisti María Jesús Montero, ministra del Tesoro e vice-segretaria generale del PSOE. Perché se no, ha aggiunto, “non si avanza”. La sua formazione sostiene che le divergenze con Unidas Podemos siano di carattere “tecnico”.

Redazione Madrid

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