‘Solo sì è sì’, parte l’iter della riforma ma ancora con divergenze

MADRID — I motori della macchina parlamentare vanno verso il pieno ritmo. Ma la luce in fondo al tunnel delle divergenze, per il governo, non è ancora all’orizzonte. Oggi è iniziato ufficialmente l’iter parlamentare della proposta di riforma alla legge del “solo sì è sì” presentata dal Partito Socialista per frenare le riduzioni di condanne a delinquenti sessuali. Mentre le differenze su come affrontare il problema con i partner di coalizione di Unidas Podemos non sembrano appianate, arriva una considerazione dalla vicepremier Yolanda Díaz: “Senza rumore di fondo si lavora molto meglio”, ha affermato in conferenza stampa.

In mattinata, l’organo di gestione del Congresso dei deputati, la cosiddetta ‘mesa’, ha accettato la registrazione della riforma proposta per modificare la discussa norma anti-stupri. Stando a media iberici, questo primo passo è stato appoggiato unanimemente dai gruppi parlamentari rappresentati. “Dove c’era un problema, ora c’è una proposta di soluzione”, ha commentato in seguito la portavoce del governo, Isabel Rodríguez.

Ma subito dopo, come raccontato ad esempio da El País, le differenze interne alla maggioranza su come affrontare la gestione dell’emergenza per le riduzioni di pene a delinquenti sessuali sono tornate ad affiorare nella riunione della “giunta dei portavoce”, organo parlamentare che stabilisce il calendario di discussione delle proposte di norme: Unidas Podemos e alcuni alleati parlamentari del governo si sono infatti dichiarati contrari alla richiesta dei socialisti di accelerare i termini del dibattito sulla riforma proposta.

La presa in considerazione della riforma dovrebbe quindi essere discussa in seduta plenaria il prossimo 7 marzo, proprio alla vigilia della festa della donna.

La questione è al momento legata nello specifico a diversità di vedute su quale fase politica dev’essere destinata discutere delle modifiche alla legge del sì è sì: mentre dal lato di Podemos si punta a parlarne in una fase di negoziazione pre-parlamentare, i socialisti scommettono invece sul dibattito tra le mura del Congresso.

E in tutto questo, Díaz ha provato a mantenersi in una posizione di equilibrio. “Innanzitutto, bisogna raggiungere un accordo, e mi troverete sempre presente per questo”, ha affermato. “Io continuo a chiedere discrezione, perché so molto bene che, quando si vuole arrivare a un accordo, conviene avere una certa discrezione, calma e serenità”, ha anche detto, chiedendo poi di “lasciar lavorare i gruppi parlamentari.

In serata, la ministra della Giustizia Pilar Llop ha affermato a cronisti che è “auspicabile” che si raggiunga un accordo tra Partito Socialista e Unidas Podemos. In precedenza, la delegata del governo contro la violenza di genere María Victoria Rosell, più vicina a questi ultimi, aveva detto a Tve che la sua preferenza era di “negoziare all’interno del governo”, anche se manteneva intatta la speranza di arrivare a un accordo.

Redazione Madrid

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