I sapori dell’Emilia-Romagna a Madrid

Il menù della cena dell'Emilia-Romagna.

MADRID. L’Associazione Emilia-Romagna sta organizzando per il giorno 15 febbraio alle ore 20:30 presso il ristorante Just Italia in Glorieta Ruíz Jimenez 3 a Madrid, una cena che avrà come protagonista la cucina tipica della Regione. I partecipanti avranno la possibilità di gustare alcuni dei piatti più rappresentativi della cucina emiliano-romagnola, preparati con ingredienti freschi e di alta qualità.

As.re.es (Asociación de emiliano-romagnoli en España), seguendo anche il successo ottenuto da altre associazioni regionali, ha deciso di dare il via a questa cena per offrire agli ospiti l’occasione di scoprire e apprezzare la ricca tradizione culinaria dell’Emilia-Romagna, che si distingue per la sua varietà e la qualità dei prodotti locali. L’occasione sarà propizia anche per socializzare e conoscere nuove persone, in un’atmosfera accogliente e conviviale.

La cena inizierà con Piadina Crudo e Squacquerone come antipasto, seguito da due primi piatti di Passatelli in brodo e Lasagne Bolognesi originali. Il menu è completato da un dolce tipico della regione, la Zuppa inglese, un dessert a base di crema pasticcera e pan di Spagna imbevuto in liquori quali alchermes, rosolio, amaretto o rum.

Visto il ristretto numero di posti disponibili è consigliato prenotare!

Storia dei piatti che si degusteranno durante la serata

Piadina: La Piadina Romagnola (o anche piada), è un prodotto alimentare composto da una sfoglia di farina di grano, strutto o olio di oliva, bicarbonato o lievito, sale e acqua, che veniva tradizionalmente cotta su un piatto di terracotta, detto teglia (teggia in romagnolo), su lastre di metallo, oppure su lastre di pietra refrattaria chiamate testi (tëst in dialetto). Insomma una preparazione facile e centenaria (le prime testimonianze risalgono addirittura all’anno 1200), fatta da ingredienti semplici e popolari e che proprio grazie alla sua versatilità e bontà è diventata oggi uno dei cibi di Romagna più famosi ed apprezzati al mondo. La piadina farcita con il prosciutto crudo e lo squacquerone è quella più richiesta.

Passatelli in brodo: la storia di questa pasta sicuramente ha avuto inizio nella bassa Romagna, forse insieme alle province di Pesaro e Urbino. Qui, nei tradizionali casolari, le famose “azdore” (le donne di casa romagnole) utilizzando pochi e semplici ingredienti crearono questa specialità, derivante probabilmente dalla “tardura”, minestra a base di uova, formaggio e pangrattato tradizionalmente data alle donne che avevano appena partorito per recuperare le forze.

È proprio da questa semplice ricetta che nacquero i Passatelli: stessi ingredienti (ad eccezione di qualche aroma) ma una consistenza completamente diversa. L’impasto realizzato infatti, contrariamente alla “tardura”, è più sodo e per questo è necessario uno strumento per realizzarli: il famoso ferro (“e fèr“), un disco leggermente convesso ricoperto di fori e dotato di due manici in legno.

Grazie alla pressione esercitata sull’impasto dai fori escono i Passatelli (ecco spiegata quindi l’origine del nome: per farli l’impasto deve “passare” attraverso i fori dello strumento). Oggi questo strumento è molto difficile da trovare, per questo si preferisce uno schiacciapatate dai fori più larghi. I passatelli erano fatti con ingredienti poveri: pane raffermo, formaggio indurito e qualche uovo (l’Artusi consiglia anche l’aggiunta del midollo, per renderli più teneri).

Oggi, la ricetta si è evoluta, e proprio dalla zona del modenese arriva la ricetta che tutti oggi utilizziamo, nobilitata negli ingredienti e ancora più saporita: 1 uovo per ogni 100gr di impasto, formato per metà da Parmigiano Reggiano e per metà da pangrattato. A questi ingredienti si aggiungono, a seconda della ricetta preferita, scorza di limone e/o noce moscata. E come mangiare i passatelli? La ricetta originale dice con brodo di pollo o cappone, in alcuni casi di manzo.

Lasagne bolognesi originali: a quanto pare, la lasagna è un piatto che non ha un’origine precisa e ben definita, ma che affonda le sue radici nell’Italia centro-meridionale, da dove ha “risalito” la penisola, diffondendosi in tutte le regioni. Quindi, quando nasce la ricetta della lasagna con la sfoglia verde, definita “alla bolognese” per via del condimento di carne tipico del capoluogo emiliano-romagnolo? Pare che una prima versione sia nata, appunto, a metà Ottocento, circa mezzo secolo prima della comparsa del ragù così come lo conosciamo.

In pratica, si alternavano strati di pasta all’uovo agli spinaci lessati e tritati e a una sorta di sugo di carne, oppure a burro, cipolle ed erbette nella versione “light”. Quindi, sembra che l’invenzione della ricetta a noi familiare sia da attribuire all’inizio del Novecento. Il merito? Tutto degli osti bolognesi, che hanno introdotto alcuni cambiamenti notevoli rispetto alle varianti delle altre zone d’Italia, in primis partendo dall’impasto: se gli spinaci prima venivano alternati agli strati di sfoglia, da questo momento ne fanno definitivamente parte.

Poi, aggiunsero il classico ragù bolognese, la besciamella e il parmigiano grattugiato, trasformando il piatto non solo in un vero e proprio “simbolo” della cucina emiliana, ma nella ricetta della lasagna per eccellenza. Come scrive Paolo Monelli nel suo Il ghiottone errante del 1935, consacrandone la fortuna: “Ho letto libri sacri e profani, ho cercato in mille volumi certezze e consolazioni, ma nessun libro vale questo volume di lasagne verdi che ci mettono innanzi i salaci osti bolognesi”.

Trattandosi di un piatto essenzialmente casalingo, sono tantissime le versioni che si possono trovare. Tuttavia, nel 2003, a sancire definitivamente la grandezza di questo piatto è intervenuta addirittura la delegazione bolognese dell’Accademia Italiana della Cucina, depositando la ricetta originale presso la Camera di Commercio di Bologna.

Zuppa Inglese: c’è chi pensa che la zuppa inglese abbia origini marchigiane; chi crede che la zuppa inglese sia un dolce tipico fiorentino e, infine, chi pensa che la zuppa inglese sia un dolce tipico emiliano-romagnolo: come si può notare, quindi, la zuppa inglese ha delle origini alquanto controverse.

Noi, per via del nostro campanilismo, diamo fede all’ipotesi dell’origine emiliana, che vede il servitore di Sir Charles O’Connor come l’ideatore della ricetta nel XVI secolo. Invitato alla Corte degli Estensi a Ferrara, ripropose il dolce, ottenendo un grande successo.

In ogni caso, e campanilismi a parte, è difficile trovare la reale origine della zuppa inglese cosí come attribuirne una ricetta tradizionale: del resto, ogni ricetta che ci è stata consegnata dal passato, ogni variante, ci trasmette una storia, e di conseguenza ogni ricetta è quindi “tradizionale”, se contestualizzata al luogo dove viene preparata.

(Fonte: www.ilgiornaledelcibo.it)

 

 

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