Spagna sui migranti, muri più alti non servono

MADRID — Lavorare sulla “dimensione esterna”, prima che su quella “interna”. Perché “il fenomeno migratorio, il traffico di esseri umani e le migrazioni irregolari non si risolvono con barriere o muri più alti”. È questo uno dei principali concetti espressi su questo tema dal premier spagnolo Pedro Sánchez in occasione del Consiglio europeo tenutosi ieri a Bruxelles. Vertice in cui il dossier riguardante chi cerca di arrivare in Europa, uno dei più cari anche per l’Italia, è stato al centro delle discussioni tra i leader UE.

“Alcuni leader hanno parlato del Mediterraneo come una delle principali barriere, ma anche così la migrazione irregolare raggiunge comunque le coste europee”, ha osservato Sánchez dopo il summit, parlando in una conferenza stampa. E visto anche che, per quanto riguarda l’interno dell’area Schengen, “non c’è neanche margine per parlare di movimenti secondari” dovuto alla “libera circolazione delle persone”, è bene invece concentrarsi di più sul “rafforzamento della cooperazione e della collaborazione con i Paesi di transito e di origine”, ha aggiunto.

Già il giorno prima, il premier spagnolo aveva parlato della necessità di favorire “un equilibrio tra responsabilità e solidarietà”, un “sostegno politico ma anche finanziario alle politiche sulla dimensione esterna della migrazione” e, infine, “soluzioni alla realtà migratoria in funzione di ciascun Paese”.

Nel corso della conferenza stampa, a Sánchez è anche stata rivolta qualche domanda sull’Ucraina e sui contenuti dell’incontro avuto, insieme ad altri leader europei, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Le premesse che vanno osservate”, ha detto sulla richiesta di quest’ultimo ai Paesi UE di inviargli caccia, “sono, come fino ad ora, il coordinamento con gli alleati e l’unità nella risposta” alla “crisi creata dalla Russia”.

Sánchez ha anche detto che la Spagna “appoggia” i “dieci punti per la pace” proposti da Zelensky, con l’obiettivo che “ottengano un sostegno ampio da parte della comunità internazionale”. Questi punti erano stati presentati dal presidente ucraino al G20 lo scorso novembre: un piano fondato, in particolare, sui concetti di “integrità territoriale dell’Ucraina” e della sua “sicurezza energetica, alimentare e nucleare”.

Redazione Madrid

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