Roma: viaggio alla stazione Termini, “terra di nessuno” che di notte fa ancora paura

ROMA – Quando terminarono i lavori di riqualificazione, in occasione del Giubileo del 2000, che portarono la stazione Termini a cambiare completamente volto, assumendo l’aspetto che ha oggi, durante il secondo mandato di Francesco Rutelli come sindaco di Roma, i romani accolsero la novità con speranzoso entusiasmo, riscoprendo un punto nevralgico del trasporto cittadino e non solo, e godendo di uno dei primi veri centri commerciali della capitale. Da allora, dopo quell’investimento di circa 120 milioni di euro, cosa è rimasto di quella nuova, grande opportunità per la città di Roma? Roma Termini, con i suoi 225.000 mq di superficie totale, 480.000 frequentatori al giorno per un totale di oltre 150 milioni ogni anno e 850 treni al giorno (secondo i dati riportati sul sito Grandi Stazioni di Ferrovie dello Stato) è oggi sicuramente la stazione più grande e trafficata d’Italia e la quinta in Europa. Solo a fine 2022, il Consumer Choice Center, un’organizzazione indipendente che lavora a stretto contatto con migliaia di consumatori e partner negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in numerosi altri Paesi, prendendo in esame le 50 più grandi d’Europa per volume di passeggeri, decretava Roma Termini come una delle stazioni migliori d’Europa per lo scarso affollamento delle banchine ferroviarie, disponibilità di negozi e punti ristoro, servizi chiave come la connessione Wi-Fi, l’accessibilità e il numero delle destinazioni. Dati e cifre che potrebbero però affascinare solo chi non vive a Roma e non ha quotidianamente a che fare con la realtà della stazione e dei suoi dintorni. Già, perché i romani e tutti coloro che transitano quotidianamente per la stazione Termini sanno molto bene che quella zona è considerata dai più “terra di nessuno”.

Le testimonianze e gli ultimi fatti di cronaca

Ne sono una triste dimostrazione i gravi fatti di cronaca che si sono verificati recentemente, con l’accoltellamento del 46enne milanese Arturo Luca Battisti, nei pressi di un fast food in Via Giolitti, davanti ad uno degli ingressi di Termini, da parte di tre giovani marocchini e, ancora prima, della 24enne israeliana Abigail Dresner, aggredita proprio all’interno della stazione. “Non faccio molto caso a chi o cosa mi sta intorno, quando arrivo qui alla stazione”, ci dice Martina, studentessa pendolare originaria della Calabria, un bilocale in affitto a Zagarolo (perché non solo a Milano i prezzi delle case sono diventati impossibili), terzo anno di Scienze della Formazione all’Università Roma Tre. “Certo, mi guardo bene dal girare da sola quando fa buio, e quando le lezioni finiscono più tardi delle 18, cerco sempre di prendere il treno in compagnia di qualcuno”, conclude infilandosi di nuovo gli auricolari. Ed è una sensazione molto comune, quella dell’indifferenza verso il malessere e il disagio che, invece, proliferano nei dintorni della zona di Termini, come invisibili sono i clochard perennemente accampati ai bordi della stazione, su Via Marsala. Ed è quasi necessario ignorarli, perché se ti capita di interessarti – anche solo con lo sguardo –, quella donna di mezza età, con un cappello di lana blu, una grossa trapunta addosso che un tempo doveva essere bianca e lo sguardo perso nel vuoto, ti urla ad almeno 2 metri di distanza “Ce l’hai una moneta per mangiare?”, sapendo che la moneta verrà probabilmente impiegata per acquistare un altro di quei cartoni di vino rosée della Coop, che ha l’ingresso proprio accanto, uguale a quello vuoto che già le fa compagnia. “Prendo il treno o la metro a Termini da quando andavo a scuola, tutti sanno che non è una zona sicura”, dice con aria disincantata e rassegnata Raffaele, 36 anni romano, informatico in una multinazionale all’Eur. “Non dovrebbe essere così, ma chi vive a Roma sa già che Termini si può frequentare, per spostarsi o per i negozi, soltanto fino all’ora di cena, dopo diventa il regno di spacciatori, ubriachi e delinquenti che ti vogliono derubare”. Conclude lapidario. E le sue affermazioni fanno riflettere anche sulla percezione che i romani hanno dei disagi e dei problemi della città: come se fossero mali necessari e impossibili da risolvere.

La percezione della sicurezza, i dati di FS

Effettivamente, nella conferenza stampa organizzata proprio oggi da Ferrovie dello Stato, l’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi ha presentato un’indagine sulla percezione di sicurezza sui treni e nelle stazioni italiane in cui appare chiaro quanto il senso di insicurezza aumenti, quando si lasciano gli spazi interni dei treni e della stazione (lo dichiara l’81% degli intervistati, 1230 viaggiatori tra i 18 e gli oltre 55 anni nelle stazioni di Milano Centrale, Roma Termini, Napoli Centrale). Per questa ragione, Corradi ha promesso che le Ferrovie dello Stato andranno più che a raddoppiare le “risorse nelle stazioni e nei treni che aiutano le forze dell’ordine per la sicurezza di tutti. Parliamo di mille assunzioni che partono da oggi”. E di forze dell’ordine alla Stazione Termini se ne vedono parecchie, almeno una decina di poliziotti e carabinieri, a gruppi di due. “Fermiamo circa un centinaio di persone al giorno, per fare controlli di documenti e generalità”, ci conferma un poliziotto, “ma raramente procediamo a fermi, a meno che non si tratti di interventi su situazioni specifiche di pericolo”. E, quando chiediamo loro come possano essersi verificati i due casi di aggressione, di cui uno proprio all’interno della stazione, ci risponde: “date le dimensioni e la quantità di gente che transita, il personale impiegato non è ancora sufficiente ad evitare tutti i pericoli”.

Il ministro Salvini: “Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza”

La tempistica di questa indagine, rispetto alle recenti aggressioni lascia quantomeno perplessi. Ma, assicura Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha partecipato alla presentazione dell’indagine di Ferrovie dello Stato, “è stato solo un caso, abbiamo preparato l’indagine da molto tempo, non abbiamo doti di preveggenza!”. “Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza a chi viaggia sui treni e a chi ci lavora – assicura poi Salvini, entrando nel merito dell’indagine – Abbiamo fatto decine di migliaia di controlli e centinaia di arresti ed espulsioni da inizio anno. Da oggi partono i bandi per le assunzioni di mille persone per aumentare i controlli”. Dice il Ministro, confermando l’annuncio dell’Ad di Trenitalia. “La sensazione di sicurezza sui treni è cresciuta e questo dato è confortante, le stazioni sono i biglietti da visita. Per chi arriva a Roma, Termini è il primo impatto, non si possono avere i 5 stelle lusso e i bivacchi. Bisogna ridurre i fatti di cronaca nera”. La soluzione, per Salvini, si può riassumere in una parola: educazione. “Serve più educazione. Bisogna andare nelle scuole a spiegare che pagare il biglietto non è un hobby, il salto del tornello non è una nuova disciplina olimpica. Il 2023 è l’anno della svolta per la sicurezza nelle stazioni. I dati del Viminale sugli arresti effettuati mi dice che siamo sulla strada giusta”. E ci auguriamo che sia davvero così.

La Voce d’Italia/9colonne

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