Terremoto in Turchia: oltre 19 mila vittime, salvata una neonata

ROMA/ANKARA -Una bambina neonata è stata estratta viva dalle macerie di una casa nel nord della Siria, dopo che i parenti l’hanno trovata ancora legata con il cordone ombelicale alla madre, morta nel violento terremoto di lunedì. La neonata è l’unica sopravvissuta della sua famiglia, che viveva nella città di Jindayris controllata dai ribelli. “Stavamo scavando, quando abbiamo sentito piangere” ha spiegato un parente della bimba. Un piccolo miracolo, ma praticamente l’unica buona notizia che arriva dalla seconda nottata di scavi, dopo il devastante terremoto che ha colpito il sud della Turchia e la Siria, e il cui bilancio assume ora dopo ora proporzioni sempre più enormi: a oggi è di oltre 19 mila vittime il conteggio aggiornato. Erdogan, in visita in alcune delle città più colpite, ha dichiarato tre mesi di stato di emergenza, e una settimana di lutto nazionale. “Ho appreso con profonda tristezza e seguo con attenzione le notizie sul sisma che ha così gravemente colpito la zona sudorientale della Turchia, causando numerosissime vittime e feriti. In questo momento di lutto l’Italia è vicina, con sentimenti di partecipe solidarietà, al dolore dell’amico popolo turco”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato nei giorni scorsi al presidente turco. “Il nostro pensiero va alle famiglie di quanti hanno perso la vita, ai feriti – cui auguriamo un pronto ristabilimento – e alle squadre di soccorso. In spirito di vicinanza, La prego di accogliere, signor Presidente, le espressioni del più sincero cordoglio della Repubblica Italiana e mio personale”, aggiunge il capo dello Stato. E dal Vaticano, è giunto il nuovo appello di Papa Francesco, al termine dell’udienza del mercoledì: “Il mio pensiero va alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite da un terremoto che ha causato migliaia di morti e feriti. Con commozione prego per loro ed esprimo mia vicinanza a questi popoli e a chi soffre per questa devastante calamità. Ringrazio chi si impegna per portare soccorso e incoraggio tutti a solidarietà con quei territori già martoriati da lunga guerra. Possano andare avanti di fonte a questa tragedia”. La Cina, che ha offerto aiuti per 4,4 milioni di dollari alla Siria per la ricostruzione, invita gli Stati Uniti a “mettere da parte l’ossessione geopolitica e revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all’assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe”.

Corsa contro il tempo per salvare i bambini

Con negli occhi le immagini strazianti di bambini estratti dalle macerie in Turchia e Siria dopo le devastanti scosse di terremoto dei giorni scorsi, Save the Children ha dichiarato che si sta rapidamente chiudendo la finestra temporale per portare rifugi, forniture mediche, acqua e cibo nelle aree più colpite per salvare vite umane. Il bilancio delle vittime dei due terremoti di lunedì continua drammaticamente a salire in entrambi i Paesi, con migliaia di feriti. Le prime 72 ore successive a un disastro naturale sono fondamentali e il tempo per salvare i sopravvissuti, in particolare i bambini che sono i più vulnerabili alle gelide temperature, sta per scadere. I sopravvissuti in Turchia e in Siria hanno urgente bisogno di aiuti umanitari come cibo, ripari, coperte e acqua pulita. Anche la necessità di servizi igienico-sanitari nei rifugi temporanei è sempre più prioritaria, poiché senza acqua corrente e latrine si diffonderanno rapidamente malattie particolarmente letali per i bambini, sottolinea l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro.

Operativo il team italiano nei luoghi colpiti

È ormai pienamente operativo il team del Servizio Nazionale della Protezione Civile arrivato in Turchia per supportare, nell’ambito del Meccanismo europeo di protezione civile, le autorità locali nelle attività di ricerca e soccorso dei dispersi, a seguito del terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito il territorio turco-siriano. Le squadre USAR (Urban Search and Rescue – ricerca e soccorso in ambito urbano) dei Vigili del Fuoco, il personale sanitario e i funzionari del Dipartimento della Protezione Civile, stanno operando in queste ore su due diversi scenari nei pressi di Antiochia, in raccordo con le autorità locali e gli altri soccorritori internazionali. Le squadre italiane sono già riuscite a trarre in salvo due persone, realizzando interventi estremamente complicati anche a causa delle numerose scosse di assestamento. Sempre ad Antiochia, nell’area del campo sportivo Hatay Stadium, è stata allestita la base operativa italiana, insieme a quelle delle squadre inviate dagli altri Paesi dell’Unione Europea. Sono iniziate anche le operazioni per l’invio di nuovi aiuti – materiali, mezzi e personale – alla Turchia. Sarà la nave San Marco, messa a disposizione dalla Marina Militare, a curarne il trasporto dal porto di Brindisi. In particolare, oltre a materiale sanitario, lenzuola, coperte etc., verrà inviato nei luoghi colpiti un importante ospedale da campo EMT2 della Regione Piemonte, a supporto delle strutture ospedaliere locali gravemente danneggiate. La partenza della nave è prevista per venerdì 10 febbraio, con un tempo di percorrenza di 5 giorni per raggiungere il territorio turco.

La Voce d’Italia/9colonne

Lascia un commento