Legge del ‘solo sì è sì’, il Parlamento scenario delle trattative

MADRID — Le trattative sulla legge del ‘solo sì è sì’ sono ora sbarcate nello “spazio parlamentare”. Ad affermarlo è la ministra della Giustizia, Pilar Llop. Le divergenze tra Partito Socialista (PSOE) e Unidas Podemos sulla discussa norma anti-stupri e le “indesiderate” riduzioni di condanne a delinquenti sessuali, infatti, al momento persistono. E le conversazioni interne al governo per cercare una soluzione non hanno finora sortito gli effetti sperati. Così, come confermato da alcuni dei protagonisti ai media iberici, la parte socialista dell’esecutivo ha iniziato la fase di ricerca di sostegni alla proposta di riforma della norma che ha già registrato al Congresso dei deputati. Intanto, il Ministero delle Pari Opportunità controllato da Unidas Podemos sostiene di aver presentato “fino a sei proposte” per migliorare la norma e si dice “dispostissimo” a riprendere un dialogo interno che attualmente sarebbe fermo.

Le cronache sul clima che si respira tra i banchi del Congresso per il tema politico del momento si moltiplicavano sui giornali in edicola stamattina: mentre la stampa conservatrice prediligeva il ritratto di un Pedro Sánchez in difficoltà per la gestione della crisi politica sulla legge del “solo sì è sì”, media di tendenza più progressista tendevano a risaltare maggiormente la decisione del premier di incaricare suoi fedelissimi, come il ministro della Presidenza Félix Bolaños e quella del Tesoro María Jesús Montero (che è anche sua vice nel PSOE) di metter su una maggioranza parlamentare sufficiente per approvare la riforma proposta.

Una conferma è arrivata presto da uno dei diretti interessati. “Sono impegnato a cercare soluzioni”, ha spiegato Bolaños ai microfoni di radio Onda Cero. Versione dei fatti suffragata successivamente anche da Pilar Llop in diretta su RTVE.

Un primo sostegno alla riforma i socialisti l’hanno incassato dai partner esterni del Partito Nazionalista Basco. “La proposta di riforma del gruppo socialista può essere valida”, ha affermato il suo portavoce parlamentare, Aitor Esteban, in dichiarazioni alla tv autonomica ETB. E i lavori per ampliare questa possibile maggioranza rimangono in fieri.

Prima di queste dichiarazioni, a parlare era stata la ministra delle Pari Opportunità Irene Montero (Podemos), la quale negli studi della radio Cadena Ser ha rivelato che i dialoghi tra i due partiti dell’esecutivo si sono interrotti. “Ma ci sono ancora molte opzioni per un accordo”, ha anche detto “Abbiamo avanzato fino a sei proposte penali”, ha aggiunto al pomeriggio Ángela Rodríguez, segretaria di Stato per le Pari Opportunità, “le proposte devono preservare il modello del congresso e aiutare a far sì che questa riforma del codice penale sia utile a proteggere le donne”.

In giornata è anche arrivata una nuova presa di posizione della vicepremier Yolanda Díaz, opinione sempre particolarmente attesa visto che è lei la leader designata della formazione Unidas Podemos nel governo, pur non facendo parte dello stesso partito di Irene Montero. “Faccio un appello per un accordo”, ha affermato ad alcuni cronisti, “dobbiamo prenderci cura della coalizione”. La altresì ministra del Lavoro ha inoltre sostenuto la necessità portare avanti i negoziati politici in modo “discreto”.

Intanto, di fronte al “ballo di cifre” che circolano sui media su quante sentenze sono state riviste al ribasso, il Consiglio superiore della magistratura ha chiesto ai tribunali regionali e provinciali di notificare tutti i casi trattati dall’entrata in vigore della legge sul ‘solo sì è sì’.

Redazione Madrid

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