Alla sanità 125 miliardi, Schillaci: “La priorità è abbattere le liste d’attesa”

ROMA – “Il Cipess semplicemente ha fatto l’assist e Schillaci è andato in gol”. Con una battuta Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla programmazione e il coordinamento economico, riassume in una conferenza stampa – brevemente introdotta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – il ‘piatto forte’ della riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), ovvero il tema della sanità, con l’ok alla ripartizione tra Regioni e Province autonome del Fondo sanitario nazionale. “Questo governo ha aumentato il fondo sanitario nazionale di quasi 4 miliardi, ed è un ulteriore successo di questo governo” sottolinea l’esponente di governo del Carroccio. “Il Cipess ha deliberato il riparto del Fondo sanitario nazionale del 2022 per complessivi 125 miliardi e 216 milioni di euro: questo è un importante obiettivo che il ministero della Salute ha raggiunto in tempi rapidi” annuncia il ministro della Salute Orazio Schillaci, rivendicando che “dopo appena due mesi dall’insediamento del governo è arrivata a dicembre l’intesa con la conferenza Stato-Regioni che si era trascinata da più di un anno”, aggiungendo che “con l’intesa del dicembre scorso abbiamo condiviso con le Regioni anche i nuovi criteri per il riparto, e lavoriamo per poter chiudere il riparto del Fondo sanitario nazionale per il 2023 in tempi congrui”.

Le liste d’attesa

Il ministro ha poi indicato alcune priorità di intervento per la nostra sanità: “Nel sistema sanitario nazionale è presente una qualità diffusa, con molte eccellenze anche per la medicina del Sud. I prossimi provvedimenti saranno volti a combattere il fenomeno che porta sconquasso, che fa sì che gli operatori che operano nel Sistema sanitario nazionale si sentano un po’ trascurati. Questo significa dare nuove prospettive agli operatori del sistema sanitario nazionale, soprattutto a chi lavora in ambiti più complessi come la medicina di pronto soccorso. E poi dobbiamo prestare grande attenzione alle liste d’attesa, riguardo sia il sistema pubblico che il sistema privato convenzionato. Il cittadino deve avere la possibilità di scegliere da chi andare e bisogna fare in modo che le liste di attesa non siano più bloccate. Però bisogna razionalizzare tutto il percorso, questo vuol dire che va chiesto ai medici di famiglia di prendersene loro cura, è il medico che deve seguire il paziente a 360 gradi. Ci vuole – sostiene Schillaci – un grande lavoro per mettere insieme i dati e un grande lavoro di razionalizzazione: le liste d’attesa sono una delle nostre priorità”.

Il Covid fa ancora paura

Non è ancora tempo, sottolinea infine il ministro, per togliere le ultime restrizioni legate al Covid negli ospedali: “In questo momento non stiamo lavorando su questo, però ribadisco che abbiamo seguito il Covid con un grande rigore scientifico, abbiamo tolto gran parte delle norme restrittive che c’erano e i risultati ci hanno dato ragione, come dimostra il bollettino settimanale l’incidenza è crollata e la pressione sugli ospedali per ricoveri e terapie intensive è molto bassa. Seguiamo la situazione con attenzione, poi se c ‘è da togliere qualche ulteriore paletto lo andremo a togliere, sempre avendo a cuore la salute dei cittadini e soprattutto di chi sta negli ospedali”.

Non solo sanità, nuovi fondi per le infrastrutture

Non solo temi sanitari, però, al centro della riunione del Cipess, che ha anche approvato in tema di infrastrutture la rideterminazione del contributo statale per la realizzazione del sistema filoviario di Verona (importo di 92, 38 mln, in aumento di 6,73 mln), il progetto definitivo di una tratta della Pedemontana piemontese (nuovo limite di spesa pari a 384,45 milioni) e il nuovo terminal dei bus a fianco della stazione ferroviaria di Bari centrale. Interventi non connessi direttamente al Pnrr, ma spiega Morelli: “Il Pnrr è sicuramente una grandissima opportunità che il Paese ha di sviluppo del settore delle infrastrutture e della mobilità, ma il governo è a prescindere impegnato sul tema delle infrastrutture, perché in questo periodo abbiamo la grandissima opportunità di fare investimenti slegati dal Pnrr, che però una volta collegati al Pnrr saranno volano per il nuovo modello di mobilità e trasporto, che noi speriamo possa essere modello per l’Italia del 2050. I nostri investimenti sono coerenti con quelli del Pnrr, anche se quelli odierni non sono direttamente connessi al Pnrr”.

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