Anche all’estero il Pd si prepara per le elezioni congressuali

MADRID.- Dopo una lunga autocritica, dopo i pareri e le riflessioni arrivati da più parti che hanno coinvolto personalità di spicco della politica, del mondo sociale e della cultura, il Partito Democratico si avvicina al giorno in cui iscritti e simpatizzanti sceglieranno la nuova segretaria o il nuovo segretario.

In questa prima fase i candidati sono quattro: Elly Schlein, Stefano Bonaccini, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo. Tutti loro hanno presentato mozioni in cui parlano della visione che hanno del partito, dell’Italia e del mondo.

Elly Schlein ha intitolato il suo programma Parte da noi, Stefano Bonaccini Energia popolare per la democrazia, Paola De Micheli Concretamente. Prima le persone e Gianni Cuperlo Promessa Democratica.

In tutte le mozioni troviamo particolare attenzione verso il lavoro, l’ambiente, i diritti civili, l’educazione, la presenza delle donne, l’Europa, il mondo.

Sia Bonaccini che Schlein fanno uno speciale riferimento agli italiani all’estero.

Nella mozione Energia popolare per la democrazia leggiamo: “Gli stati generali degli iscritti all’estero: la comunità democratica fuori dall’Italia è viva, forte – 7 candidati su 12 eletti alle ultime elezioni politiche – e ben rappresentata. Una delle priorità è istituire “Gli Stati generali della 21° regione” annuali insieme a tutte le Federazioni PD estere.

Osservatori Democratici Permanenti per confrontarsi con quella società civile e corpi intermedi che vogliamo rappresentare su ogni tematica principale: lavoro, scuola, salute, ambiente.

Un vero partito europeo. Il PD deve contribuire a rendere concreta l’esperienza di adesione diretta dei nostri iscritti al Partito Socialista Europeo (PSE) e alla famiglia dei Socialisti e Democratici (S&D) attraverso la proposta di elezione diretta dei vertici di partito. E della candidatura alla presidenza della Commissione europea.

Più avanti aggiunge: “Gli italiani nel mondo devono essere tutelati e sostenuti: è necessario risolvere il problema dei servizi consolari, sburocratizzare le procedure per la cittadinanza e arrivare ad una fiscalità equiparata e giusta che integri a tutti gli effetti questa comunità”.

Nella mozione Parte da noi di Schlein si legge: “La rete dei responsabili PD per l’Europa e il Mondo va rafforzata, anche per sviluppare strumenti specifici di informazione e formazione per tutti i livelli del partito. Pensiamo ad un “Erasmus PD” che offra a tanti giovani iscritti la possibilità di partecipare ad esperienze formative organizzate dai circoli esteri del PD ma anche ad uno sportello -rete Europa-PD che aiuti a far conoscere buone pratiche, anche di altri Paesi europei e gli strumenti comunitari di finanziamento di progettualità locali. Le italiane e gli italiani nel mondo sono un potenziale straordinario, una vera Italia oltre l’Italia. La rete dei nostri iscritti all’estero sperimenta esperienze di estrema vitalità e varietà nelle forme di partecipazione e di organizzazione politica. Queste realtà vanno fatte conoscere e pienamente coinvolte nel rilancio del Partito Democratico. Il PD deve promuovere la partecipazione politica delle nuove italiane e dei nuovi italiani, a partire dal riconoscimento del loro ruolo nel partito e dalla previsione di una normativa per introdurre il diritto di voto a livello locale, come avviene in molti Paesi europei”.

L’indice della mozione di Stefano Bonaccini si presenta così: 1) Il Partito Democratico che serve all’Italia; 2) Energia popolare per l’Europa e per il mondo; 3) Energia popolare per il lavoro e lo sviluppo; 4) Energia popolare per i diritti di tutte e tutti; 5) Energia popolare per l’ambiente; 6) Energia popolare per l’Italia della bellezza; 7) Energia popolare per il Mezzogiorno; 8) Energia popolare per l’Italia digitale; 9) Italia 2027: alla guida del Paese.

Nell’introduzione leggiamo: “Il PD è nato per dare rappresentanza all’Italia del lavoro e per promuovere lo sviluppo economico, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Un grande partito di sinistra e popolare, riformista e plurale. Lo abbiamo fondato perché solo una grande forza politica a vocazione maggioritaria può cambiare il Paese.

Con le sconfitte degli ultimi anni e del 25 settembre scorso si è chiuso un lungo ciclo, nel quale abbiamo quasi sempre perso e quasi sempre governato senza un mandato elettorale. Ci siamo fatti carico di responsabilità nazionali senza riuscire però a corrispondere alle aspettative di una parte crescente dei nostri elettori. Oggi ci ritroviamo più deboli proprio nel momento in cui abbiamo il Governo più marcatamente di destra che la l’Italia abbia conosciuto. Ridare forza al PD non è dunque un fatto che riguarda solo noi, ma la qualità stessa della democrazia.

Basta allora con l’autoflagellazione, torniamo a svolgere il nostro compito. Serve un’opposizione forte e “governante”, che accanto ad ogni “no” sappia sempre indicare una controproposta migliore e che non si rifugi mai nella protesta e nella testimonianza. II PD deve tornare a fare il PD, fino in fondo. Con una nuova agenda politica e una nuova classe dirigente immediatamente in campo. L’unica alleanza che siamo chiamati a costruire oggi è con i cittadini. Perché non ci sarà alcuna alternativa possibile e credibile di centrosinistra senza un PD più grande e più robusto. E perché noi torneremo al governo del Paese solo col voto degli elettori.

Vocazione maggioritaria non significa autosufficienza o isolamento. Significa viceversa rimettere il PD al centro di un’alternativa possibile.

Significa abbandonare ogni residuo di subalternità: noi non deleghiamo ad altri la rappresentanza del centrosinistra. E le alleanze le costruiremo quando sarà il momento con chi vorrà starci, partendo dai programmi e da una condizione di forza.

Dall’opposizione presenteremo una nuova agenda politica con una nuova classe dirigente. Abbiamo bisogno di una forte innovazione, non di improvvisazione. Il PD dispone di molte donne e molti uomini capaci, a tutti i livelli: la gran parte opera nei territori, con responsabilità di guida del partito locale e delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Persone che hanno mandato avanti i circoli anche nei momenti più difficili e che spesso hanno saputo vincere nelle competizioni locali anche quando il vento politico nazionale spirava in direzione opposta. Hanno vinto o recuperato consenso grazie ad una forte credibilità personale e di gruppo, con esperienze e proposte che hanno conquistato voti al PD locale mentre li perdevamo a livello nazionale.

Per queste ragioni il nuovo gruppo dirigente attingerà a piene mani dal territorio: abbiamo un vivaio invidiabile, è ora di farlo scendere in partita perché ci sia una nuova leva di titolari. E il merito deve tornare ad essere il primo criterio di selezione della nostra classe dirigente”.

Questo l’indice della mozione di Elly Schlein: 1) Ridiamoci una speranza; 2) Il congresso costituente verso un nuovo PD; 3) Un futuro più giusto: contrastare ogni forma di diseguaglianza e discriminazione; 4) Accompagnare tutta la società nella conversione ecologica; 5) Restituire dignità e qualità al lavoro; 6) Parte da noi, l’impegno per un mondo più giusto; 7) Cambiare insieme il Partito democratico; 8) È il nostro tempo.

Nell’introduzione leggiamo tra l’altro: “Giustizia sociale e climatica sono inscindibili, così come diritti sociali e diritti civili. Vogliamo costruire un Partito che tenga insieme queste lotte, con la consapevolezza che se la politica non si rimette all’ascolto con umiltà di ciò che si muove nella società, per riallacciare i fili con chi non si sente più rappresentato, tradirà la sua stessa funzione. E con la consapevolezza che le piazze non bastano se non trovano sponda con la rappresentanza, per fare entrare le giuste istanze nei luoghi in cui si prendono le decisioni.

Il 25 settembre scorso è accaduto qualcosa di più di una sconfitta elettorale. Milioni di persone che vivono la propria precarietà come una condizione ineluttabile di vita hanno scelto di non votare o di votare a destra. Non hanno scelto noi. Anzi, gran parte di loro pensa che il centrosinistra sia corresponsabile della loro precarietà. La frattura che divide tanti cittadini e cittadine dalla politica e dalle istituzioni non è mai stata così profonda.

Dopo il risultato del 25 settembre, sarebbe irresponsabile che non si trovasse un terreno di battaglie comuni da fare insieme alle altre forze di opposizione, a partire da grandi temi come il salario minimo, la difesa e il rafforzamento della sanità pubblica, il congedo paritario, le misure per affrontare la crisi energetica e l’emergenza climatica…

Oggi è il momento di ridare al Partito Democratico un’identità chiara, comprensibile, coerente”.

Paola De Micheli inizia la mozione Concretamente. Prima le persone con una lettera titolata: “Ne vale la pena”, in cui si legge:

“Ne vale la pena?

In tanti si domandano: la nostra risposta è sì. Ne vale la pena.

Non è una pena avere il privilegio delle idee, avere un desiderio mai esaurito di servire gli altri, di poter stare in una comunità che, in una rinnovata società, prova a cambiare il mondo.

È un privilegio avere una storia di valori, avere commesso errori e conquistare l’occasione per rialzarsi, incontrare migliaia di donne e di uomini ancora intensamente animati dal principio vitale che può restituire un senso al nostro agire.

È un privilegio mettersi in discussione e provare a cambiare noi stessi, smettere di reiterare comportamenti e metodi del passato, spostare le nostre energie mentali dall’individualismo alla dimensione della generosa dedizione agli altri.

È un privilegio poter immaginare la società del domani, provare a modificare la storia, riappropriarsi di un destino collettivo.

È un privilegio partecipare discutere, decidere, votare, dividersi e riunirsi.

È un privilegio stare insieme tra diversi, vivere l’Italia da sud a nord con l’energia di chi sa che ogni volto è importante, ogni parola è preziosa, ogni goccia di sudore feconda la terra.

È un privilegio fare politica, farla nel Partito Democratico, nell’Italia di oggi che avrà sempre più bisogno di una vera dedizione alla comunità ed un pensiero originale che diventa un fatto.

È un privilegio provare con ogni energia possibile, sostenuti dall’incrollabile fuoco dell’amore per le persone, provare concretamente a generare le condizioni di una nuova felicità.

È un privilegio candidarsi a guidare un partito di donne e di uomini ancora in cammino verso l’orizzonte prezioso di un nuovo umanesimo.

È un privilegio essere donna, lavorare senza tregua per lasciare a mio figlio un mondo migliore e vivere ogni giorno la tenerezza della maternità.

È un privilegio essere una Democratica nella buona e nella cattiva sorte. Da sempre e per sempre”.

Queste invece alcune delle “Promesse democratiche” di Gianni Cuperlo:

Promessa democratica è fare democrazia. Farla in un mondo in fiamme, dolorante di guerre, dove proprio la democrazia è aggredita, ma resta l’unica speranza. Un mondo che vede la rivoluzione tecnologica e della scienza conduce a risultati mai immaginati e dove libertà, uguaglianza, solidarietà, vanno attrezzate per competere contro egoismi, sfruttamenti vergognosi di persone e ambiente, contro corruzioni e rabbie tristi. Per noi esserci vuol dire anche questo: l’indignazione contro le ingiustizie, il dovere di non adeguarsi, la passione di reagire perché una alternativa diventi possibile.

Promessa democratica alle donne perché mancano ancora i fatti. Perché la loro autonomia è la garanzia di tenuta della democrazia e dei diritti di ogni persona. Il femminismo non è una ricorrenza, ma la vita di ogni giorno per cambiare agenda e logiche del potere. Lo sguardo e i traguardi paritari allargano, includono, uniscono.

Promessa democratica di unire le generazioni e riconoscere ovunque a partire dalle RSA come tra noi, il valore dell’età che è memoria, esperienza e civiltà.

Promessa democratica è dare battaglia per l’alfabeto di una giustizia sociale. Abbattere la povertà e offrire un lavoro nella dignità è già un programma fondamentale. I salari sono da aumentare, le vite precarie da cancellare. I contratti da rinnovare disboscando una giungla di false garanzie. Il fisco da riformare con l’immediata introduzione di contributi di solidarietà e l’estensione della tassazione degli extra profitti. Che si tratti di benzina o di latte chi ha di più, più deve dare. Serve una politica industriale che incentivi e aggreghi comparti innovativi, rispettosi dei diritti e dell’ambiente. La destra ha un’idea vecchia e sbagliata dell’Italia. Proponiamo che il nuovo PD organizzi una conferenza sul lavoro e l’industria della transizione green.

Promessa democratica è essere intransigenti sui beni comuni e sull’etica pubblica contro ogni illegalità e corruzione. È voler bene ai comuni, alla bellezza e sicurezza di questo paese. È dire una volta per tutte che affitti fuori misura e la speculazione non sono accettabili né per i giovani, né per chi tenti di tenere aperto un negozio, e ancora meno per le famiglie che contano gli euro della spesa.

Promessa democratica vuol dire che ogni traguardo, ogni lotta, ogni circolo non debbano mai più fare a meno di cultura e formazione. Perché la sinistra e la politica imparino ad ascoltare anche domande di senso e di spiritualità.

Promessa democratica significa che il PD riprende la tessitura di un nuovo centrosinistra politico, civico e ideale.

Promessa democratica per noi è un’ansia permanente di pace, dialogo tra le religioni. È un impegno totale per il primato dei diritti umani nel loro intreccio tra diritti sociali, civili e politici a prevalere sugli interessi selvaggi e sui privilegi.

Promessa democratica è dignità. Dignità della persona, dignità di popoli, dignità dell’ambiente, dignità di chi non si rassegna e vede il mondo anche con gli occhi di Greta, dei volontari del terzo settore, delle donne in Iran e in Afghanistan, dei dissidenti contro i dittatori. O semplicemente con lo spirito di chi vuol far bene il proprio lavoro e sceglie di tenere la schiena diritta.

Promessa democratica nella dignità di una vera cittadinanza per i disabili che hanno molto da insegnare anche a chi non vuole capire quanto la loro umanità, intelligenza e i loro bisogni siano un punto di forza per la sostenibilità e coesione del paese, per il lavoro e per un futuro migliore per tutti.

Promessa democratica per contrastare la povertà educativa attraverso la diffusione omogenea dei nidi su tutto il territorio nazionale, il potenziamento del diritto allo studio, l’accesso gratuito alle mense scolastiche e la gratuità dei libri di testo per le famiglie in difficoltà, restituendo ai docenti la dignità che meritano adeguando gli stipendi alla media europea e con investimenti robusti nell’edilizia scolastica.

Già i circoli in Italia e nel mondo stanno realizzando le proprie assemblee e votazioni.

In Spagna il circolo Rita Levi di Montalcino di Barcellona svolge la propria assemblea e prima votazione questa sera mentre il circolo Sandro Pertini di Madrid lo farà il prossimo mercoledì alle 19:30.

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