Alfredo Cospito trasferito a Milano continua lo sciopero della fame

Graffiti nella piazza Sol in Madrid a gennaio del 2023. (Archivio)
Graffiti nella piazza Sol in Madrid.

MILANO.- L’anarchico Alfredo Cospito, che da più di 100 giorni sta facendo lo sciopero della fame in protesta verso il regime 41bis al quale è stato condannato, è stato trasferito dal carcere di Bancali di Sassari a quello di Milano Opera.

Appena arrivato è stato ricoverato nell’ospedale del carcere ed è sotto controllo medico perché, come aveva già denunciato la dottoressa Angelica Milia, le sue condizioni sono estremamente delicate e il detenuto potrebbe morire.

Sebbene il ministro della Giustizia Carlo Nordio abbia espresso preoccupazione per lo stato di salute di Cospito, la premier Giorgia Meloni ha ribadito la ferma volontà a mantenere il detenuto nel carcere duro che non gli permette alcun contatto con l’esterno.

“Credo che lo Stato non si debba far intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari” ha detto il presidente del Consiglio.

Ma sia la procura di Torino che la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo a Roma stanno analizzando il caso.

Intanto il malessere tra gli anarchici in Italia e all’estero cresce. Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 sulla facciata del Consolato Generale d’Italia a Barcellona è apparsa la scritta: “Stato assassino. Libertà a Cospito” ed è stata rotta la vetrata d’ingresso. C’è chi ha ipotizzato un coinvolgimento del movimento indipendentista catalano ma la presidente del Comites di Barcellona, Livia Paretti, lo ha escluso dichiarando alla Voce: – Escludo, e mi stupirebbe molto che quanto accaduto possa essere riconducibile al movimento indipendentista. Tra l’altro da tempo, eccezione fatta per quanto accaduto durante la visita del presidente Macron a Barcellona, non ci sono state manifestazioni indipendentiste. I movimenti indipendentisti della Catalogna, è questa una mia opinione, devono essere separati da quelle che sono le frange radicali, anarchiche e violente. Queste si inseriscono nei movimenti per strumentalizzarli”.

Contemporaneamente a Berlino è stata incendiata la macchina di un funzionario dell’ambasciata italiana. Lo stesso era accaduto alla numero due della nostra ambasciata ad Atene, Susanna Schlein, sorella di Elly, candidata alla segreteria del Partito Democratico.

Oggi, invece, due macchine della polizia sono state danneggiate con una bomba molotov e, secondo le forze dell’ordine, anche questa azione sarebbe opera dei collettivi anarchici.

Alfredo Cospito, teorico della Fai, Federazione anarchica informale costituita alla fine del 2003, nel 2013 è stato condannato a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. In seguito, è stato accusato anche di aver messo due ordigni esplosivi davanti alla scuola allievi dei Carabinieri di Fossano. Le due bombe sono esplose senza ferire né uccidere nessuno. Se per il primo delitto Cospito ha ammesso la sua colpevolezza per quanto riguarda gli ordigni esplosivi si è sempre dichiarato innocente. Nonostante ciò, nel 2017 e nel 2020, in primo e secondo grado, è stato condannato a vent’anni di reclusione per il reato di “strage contro la pubblica incolumità”.

Qualche anno dopo, la Cassazione ha riqualificato il reato considerandolo “strage politica” in base all’articolo 285 del codice penale, un delitto per cui è previsto l’ergastolo anche in assenza di vittime. Nonostante la sua permanenza in reparti di alta sicurezza Cospito aveva la possibilità di mandare verso l’esterno alcuni scritti e ne aveva approfittato per inviare testi anarchici. Finalmente le autorità giudiziarie hanno predisposto per lui il 41bis, ossia il sistema carcerario riservato generalmente ai capi della criminalità organizzata onde evitare loro di mantenere contatti con le proprie organizzazioni.

Il carcere 41bis impedisce ai detenuti qualsiasi contatto con l’esterno. Non vedono mai nessuno e hanno possibilità di usufruire di una sola ora d’aria in uno spazio limitato da alte mura.

Cospito per protesta ha iniziato uno sciopero della fame che continua ormai in maniera ininterrotta da più di 100 giorni.

Ad inizio gennaio un gruppo di intellettuali e giuristi tra cui anche l’ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick e don Luigi Ciotti, hanno chiesto al ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Un gesto di umanità e coraggio come la revoca del 41bis ad Alfredo Cospito che è a un passo dalla morte”.

La situazione è stata analizzata durante un Consiglio di Ministri convocato ad hoc.

 

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