Nel secondo covo di Matteo Messina

PALERMO.- A solo 300 metri dal primo appartamento è stato individuato un secondo covo del boss Matteo Messina Denaro arrestato dopo 30 anni di latitanza. Lo hanno individuato gli investigatori del Gico della Guardia di Finanza dopo aver analizzato alcuni dati catastali.

Nel primo appartamento non sono stati trovati i documenti che sembrerebbe avergli lasciato Totó Riina prima di essere arrestato. C’era sì, un diario, con appunti che saranno analizzati meticolosamente in quanto vi appaiono nomi e numeri di telefono, e nel quale il capomafia accenna più volte alla figlia mai conosciuta, mostrando dolore per la decisione della donna di non incontrarlo.

Probabilmente chi, in tutti questi anni, ha aiutato il boss Messina a nascondersi, a curarsi e a riciclare il suo denaro, aveva tirato un sospiro di sollievo pensando che i carabinieri non avevano traccia alcuna che li conducesse fino a loro. Ora però i timori si sono riattivati dal momento che è saltato fuori un secondo covo, una specie di bunker al quale si accede tramite il fondo scorrevole di un armadio, nascosto nell’abitazione di un immobile al piano terra.

Sembrerebbe una stanza vissuta e i carabinieri del Ris stanno cercando anche tracce biologiche mentre gli altri reparti sono alle prese con documenti e altri oggetti.

Solo quando sarà conclusa anche la seconda perquisizione sapremo esattamente cosa conteneva questa stanza nascosta nell’immobile che appartiene ad Errico Risalvato, indagato e poi assolto, nel 2001, dall’accusa di associazione mafiosa. Errico è fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia ora libero, imprenditore edile.

In ogni caso la procura diretta da Maurizio de Lucia ha fatto capire che le ricerche non finiscono qui, che ci sono altri luoghi e oggetti che potrebbero far luce su molti aspetti della vita trascorsa in questi anni dal super boss come libero cittadino.

“L’inchiesta è appena all’inizio”, hanno puntualizzato i magistrati coinvolti.

Intanto Messina Denaro è recluso nel carcere di super sicurezza dell’Aquila dove è stato sottoposto ad una accurata visita medica durante la quale è stato confermato il suo tumore al colon. Per evitare complicati viaggi in ospedale, il carcere si è attrezzato per assicurare al detenuto le cure chemioterapiche.

L’udienza del processo per stabilire la sua partecipazione alle stragi di Capaci e via d’Amelio è prevista per domani a Caltanissetta. Probabilmente l’ex superlatitante si collegherà in videoconferenza. La sua legale sarà la nipote Lorenza Guttadauro figlia di Rosalia, sorella di Messina Denaro e di Filippo Guttadauro, figlio dello storico boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro.

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