Aborto, eutanasia, istruzione: la Consulta punta ad affrontare decisioni cruciali

MADRID — Legge sull’aborto del 201o, legalizzazione dell’eutanasia, riforma educativa del 2020. Sono diversi i temi cruciali attualmente aperti sul tavolo della Corte Costituzionale spagnola appena rinnovata (e ora di maggioranza progressista). Rimasti a lungo nel cassetto per diversi motivi, ora fascicoli mai chiusi verranno rispolverati: la Consulta è infatti chiamata a valutare ricorsi irrisolti presentati a suo tempo contro queste norme da partiti di destra. E il nuovo presidente della Corte, Cándido Conde Pumpido, vuole archiviare quanto prima tali questioni di potenziale carica sociale assai elevata: tra febbraio e marzo sono in calendario sessioni per esaminarle.

Il primo dei verdetti attesi riguarda la legge promossa dal secondo governo del socialista José Luis Rodríguez Zapatero per tutelare il diritto all’aborto: un testo contro il quale i rivali del Partito Popolare (PP) presentarono ricorso di incostituzionalità prima di riformarlo parzialmente, nel 2015, dopo essere arrivati alla Moncloa.

Diversi aspetti di quella legge, come il sistema che permette alle donne di abortire liberamente entro le prime 14 settimane di gestazione, in virtù di determinate condizioni, o il riconoscimento del diritto di praticare l’aborto senza consenso genitoriale anche a 16 o 17 anni di età sono oggetto del ricorso del PP, secondo quanto spiegato da diversi media iberici. Nel frattempo, la riforma del 2015 aveva abrogato quest’ultimo aspetto; un diritto che una nuova norma attualmente in fase di discussione parlamentare punta a reinserire.

La Corte Costituzionale studierà il ricorso alla legge di Zapatero tra il 7 e il 9 febbraio: un momento praticamente coincidente con un dibattito d’attualità in questi giorni sull’aborto, a causa di un’iniziativa degli ultraconservatori di Vox per applicare un nuovo piano “pro-vita” in Castiglia e León, dove governano con il PP.

Un’altra questione delicata sul tavolo della Consulta spagnola è quella relativa alla legge sull’eutanasia, promossa dall’attuale governo (Partito Socialista-Unidas Podemos) e approvata nel 2021. La norma, una delle poche dello stesso tipo al mondo, stabilisce che la morte indotta direttamente da un professionista sanitario o il suicidio assistito potranno essere richiesti da persone affette da una malattia “grave e incurabile” o da una patologia “grave, cronica e disabilitante”, che provochino “una sofferenza insopportabile”.

In questo caso, il ricorso di incostituzionalità fu presentato da PP e Vox e verrà esaminato dalla Consulta spagnola tra il 21 e il 23 febbraio.

La terza norma impugnata (anche in questo caso dai due partiti della destra) è la cosiddetta ‘legge Celáa’, una riforma educativa promossa dall’ex ministra dell’Istruzione, María Isabel Celáa. In particolare, gli aspetti contestati riguardano la regolazione delle cosiddette modalità di “educazione speciale” e dell’uso della lingua castigliana nelle aule.

Su questo tema, la Corte Costituzionale si riunirà tra il 7 e il 9 marzo.

Redazione Madrid

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