Addio alla sedizione, incognite sugli effetti per i leader indipendentisti

Oriol Junqueras (S), l'ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont (C) e la presidente della Camera Carme Forcadell (D) si prendono per mano durante una manifestazione a Barcellona. (Ansa)

MADRID — Addio alla sedizione. E arrivano novità anche per quanto riguarda il reato di malversazione. Da domani entra in vigore la riforma del codice penale voluta dai partiti del governo spagnolo e approvata in tempi rapidi dal Parlamento. E crescono gli interrogativi per quanto riguarda i possibili effetti di queste modifiche legislative per quanto riguarda i leader indipendentisti catalani coinvolti nel tentativo secessionista del 2017. ¿Saranno possibili sconti di pene o assoluzioni?

Nel corso delle ultime ore, su diversi media sono apparse informazioni secondo le quali i legali difensivi di alcuni dei politici separatisti coinvolti in cause giudiziarie per quanto riguarda il cosiddetto ‘procés’ catalano starebbero valutando di chiedere l’assoluzione dei loro assistiti. Tale eventualità, ancora non confermata ufficialmente, riguarderebbe nello specifico alcuni leader già condannati al carcere (e poi graziati dal governo di Pedro Sánchez) oltre che all’inabilitazione dai pubblici uffici, come l’ex vicepresidente regionale Oriol Junqueras.

Nel caso suo e di altri politici del governo catalano di quel momento, infatti, le condanne decretate dalla giustizia spagnola erano sia per reato di sedizione (ora sostituito da un reato di disordini pubblici aggravati) sia per malversazione (a cui ora sono state associate pene più lievi, in alcuni casi). Alcuni altri responsabili pubblici, come l’ex presidente del Parlamento catalano Carme Forcadell, sono stati condannati solo per sedizione.

Secondo quanto spiegato da El País, l’idea degli avvocati difensori è di dimostrare ai giudici che ora le condotte dei loro assistiti nel 2017 (quando, mentre ricoprivano cariche pubbliche, promossero un referendum non autorizzato sulla secessione della Catalogna e una dichiarazione d’indipendenza poi sospesa) non sono ora perseguibili penalmente, alla luce della riforma. Se tale tesi venisse accettata, si potrebbe aprire la porta a eventuali candidature degli interessati alle tornate elettorali previste quest’anno (ci saranno sia comunali sia politiche).

Da parte sua, il quotidiano La Vanguardia spiega che l’intenzione della maggioranza dei leader condannati è di attendere che la Corte Suprema disponga d’ufficio la revisione delle sentenze emesse, una mossa necessaria dopo l’entrata in vigore delle modifiche legislative, prima di presentare la propria posizione a riguardo.

Va poi analizzata la questione riguardante i leader che hanno lasciato la Spagna prima di essere giudicati in patria, in primis l’ex presidente catalano Carles Puigdemont. Stando a diversi media, il magistrato responsabile del caso, Pablo Llarena, starebbe già studiando se ritirare o modificare le accuse ancora valide nei suoi confronti. Da vedere anche se potrebbero ridursi i rischi di un arresto internazionale o nel caso in cui qualcuno di loro tornasse in patria.

Redazione Madrid 

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