L’inflazione intacca la ricchezza delle famiglie: -2% in tre mesi

Cresce l'inflazione
Cresce l'inflazione a gennaio

MADRID — Prezzi più alti, famiglie più povere. È questa l’equazione risultante dal prolungato periodo di inflazione alle stelle registrato in Spagna, così come in diversi altri Paesi europei, nel 2022. A certificarlo sono oggi dati pubblicati dalla Banca centrale spagnola, corrispondenti al terzo trimestre dell’anno passato: rispetto ai tre mesi precedenti, la ricchezza finanziaria famigliare (indice corrispondente al calcolo della differenza tra risparmi e debiti) è sceso del 2,12%, secondo i media iberici. In quel periodo, tasso d’inflazione era arrivato a superare anche il 10%.

Tra luglio e settembre, l’indice della ricchezza finanziaria è stato pari a 1,86 bilioni di euro, mentre in quello precedente era di 1,89 bilioni, ha sottolineato l’agenzia di stampa Efe. E, in termini annuali, la ricchezza finanziaria registrata nel terzo trimestre 2022 è diminuita dell’1,1%.

Quanto reso noto oggi dalla Banca di Spagna non fa che certificare ulteriormente l’alto impatto di un periodo particolarmente difficile dal punto di vista economico per famiglie ed imprese di molte zone d’Europa: criticità acuitesi, dopo la durissima prima parte di pandemia, con l’inizio dell’invasione su ampia scala della Russia in Ucraina a febbraio 2022.

Uno dei risultati di tale operazione bellica è infatti l’esorbitante aumento dei costi energetici sui mercati internazionali, risentitisi delle conseguenze indirette del conflitto. Come conseguenza di ciò, per buona parte dell’anno appena terminato l’inflazione è stata elevatissima anche in Spagna (10,8% a luglio, 10,5% ad agosto, 8,8% a settembre).

Nel Paese iberico, il governo è intervenuto a più riprese per contrastare tali effetti negativi per l’economia delle famiglie: in primo luogo, con misure applicate principalmente all’ambito energetico, poi ampliate, tra altre cose, al settore dei trasporti (tra le più popolari, c’è la gratuità degli abbonamenti per treni locali e a media percorrenza, prolungata anche per il 2023). Infine, con il pacchetto più recente, il focus è stato spostato con decisione sull’ambito alimentare (riduzione dell’IVA di alcuni generi alimentari primari).

In chiusura dell’anno, il tasso d’inflazione registrato indicato dall’Istituto Nazionale di Statitica è stato del 5,8%, segno che gli interventi del governo sono risultati almeno parzialmente efficaci. Nonostante questi segnali incoraggianti, le incertezze sulle prospettive future  permangono, soprattutto visto che il conflitto Russia-Ucraina appare lontano da una conclusione.

Redazione Madrid

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