Venezuela, il fantasma dell’iperinflazione torna a far paura

A cashier counts Venezuelan bolivar notes at a supermarket checkout line in Caracas September 9, 2014. Venezuela's annualized inflation rate reached 63.4 percent in August, with consumer prices rising by 3.9 percent that month, the central bank said, reaching a fresh six-year high as President Nicolas Maduro wrestles to control spiraling prices. REUTERS/Carlos Garcia Rawlins (VENEZUELA - Tags: BUSINESS) - RTR45LIH

CARACAS – Il fantasma dell’iperinflazione torna a far paura. Il tasso d’inflazione a dicembre, con il suo 37,2 per cento, ha fatto saltare l’allarme. Infatti, è stato il più alto degli ultimi 20 mesi. E pare indicare una tendenza che, stando a quanto affermano “sottovoce” alcuni economisti, potrebbe risultare inarrestabile. D’altronde, il 305,7 per cento d’inflazione annualizzata indicherebbe che l’economia è malata. Potrebbe essere, questa, l’anticamera di un nuovo scenario iperinflazionario.

L’”Observatorio Venezolano de Finanzas”, nel suo ultimo dossier, osserva con preoccupazione l’incremento accelerato del costo della vita . L’inflazione sarebbe passata dal 21,9 per cento di novembre al 37,2 per cento di dicembre. Una crescita di ben 15,3 punti. Tra i settori che avrebbero registrato un incremento allarmante, ci sarebbero quelli dell’abbigliamento (57,8 per cento), degli elettrodomestici (55,8 per cento) e degli alimenti (49,4 per cento). In crescita anche i prezzi degli affitti (51,8 per cento). Preoccupa meno, in quanto prescindibile, l’incremento nei prezzi dei ristoranti e degli alberghi (55,4 per cento).

L’OVF segnala che il carrello della spesa ha raggiunto quasi i 400 dollari, un aumento in termini di moneta nazionale del 50 per cento. I venezuelani, specialmente i pensionati e i dipendenti pubblici, fanno fatica a sopravvivere. Esclusi i “bonus” hanno bisogno di ben 53 salari minimi per acquistare i beni di prima necessità.

L’inflazione annualizzata, fa notare l’OVF, avrebbe superato di gran lunga i parametri annualizzati, a causa della svalutazione del bolívar nel mercato ufficiale (275 per cento) e del mercato parallelo (293 per cento).

Tirando le somme, l’OVF ammette che l’accelerazione dell’inflazione, osservata dal settembre scorso, espone l’economia al pericolo dell’iperinflazione, un incubo che sembrava ormai lasciato alle spalle. Questa starebbe alimentata dalla svalutazione sostenuta del bolívar e la perdita di riserve internazionali che, attualmente, si calcolerebbero attorno ai 993 milioni di dollari.

Gli economisti considerano che, nonostante l’economia sia cresciuta del 9 per cento nel 2022, l’inflazione continua ad essere un ostacolo alla crescita.

L’economista senior di Ecoanalítica, Luis Bárcenas, ha spiegato che, nonostante la crescita economica del del 9% nel 2022, l’inflazione, continua a essere un freno. E potrebbe creare difficoltà nel 2023.

“Secondo i nostri calcoli – ha spiegato Luis Bárcenas, interpellato da “Banca y Negocios” -, i prezzi di beni e servizi sono aumentati di oltre il 320% in un anno, mentre il tasso di cambio si è moltiplicato per quattro”

L’economista ritiene che per incoraggiare la ripresa economica e ridurre la pressione sui prezzi, è necessaria l’abolizione della tassa sulle grandi transazioni finanziarie. Consiglia incentivi al settore bancario affinché possa finanziare i consumi, le importazioni, l’acquisizione di valuta estera e il capitale circolante.

Comunque sia, il fantasma dell’iperinflazione continua a far paura anche se, come sostengono alcuni economisti, il pericolo non è ancora incombente.

Redazione Caracas

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