Cresce il prezzo dei carburanti e diminuisce la fiducia dei cittadini

ROMA.- I timori e le preoccupazioni espresse dagli italiani all’inizio del 2023, trovano un riflesso nella realtà di questo primo mese dell’anno. Parallelamente alla crescita di un’inflazione che riduce sempre più il valore reale dei salari, si assiste ad un incremento molto alto, il più alto in Europa, dei prezzi di benzina e gasolio.

In tempi di inflazione il reddito perde valore ed eventuali aumenti di salario, volti ad adeguare il guadagno all’inflazione, difficilmente restituiscono lo stesso potere di acquisto. Al contrario, in considerazione del fatto che le imposte si pagano in base al valore nominale, l’aumento può significare il passaggio ad una fascia più alta di reddito e quindi ad un aumento del fisco. Risultato è che si finisce per pagare di più per un reddito che, pur essendo cresciuto nel suo valore nominale, ha perso potere di acquisto e in più paga tasse più alte.

La Cgil, per aiutare i lavoratori dipendenti e gli operai, propone di ricorrere all’indicizzazione delle detrazioni da lavoro e al taglio del cuneo contributivo di cinque punti. Si propone così di rendere più agili i rinnovi dei contratti garantendo aumenti convenienti non soltanto a livello nominale ma reale.

Per i lavoratori autonomi e i professionisti, il decreto Aiuti prevede un bonus da 200 euro al quale si aggiungono altri 150 per coloro che hanno redditi inferiori ai 20mila euro.

Per quanto il governo cerchi di far quadrare il cerchio e di contrastare gli effetti dei costi crescenti dell’energia, lo scoglio dell’aumento di benzina e gasolio rappresenta un pericolo di difficile soluzione.

Secondo le ultime rilevazioni della Commissione Europea in questo momento l’Italia è il paese dell’area euro in cui benzina e gasolio sono più cari.

La differenza tra i prezzi del petrolio e quello di benzina e gasolio per gli utenti, lascia supporre che ci siano speculazioni che li mantengono al di sopra della media e Assoutenti ha già chiesto un intervento del governo.

La premier che aveva promesso in campagna elettorale l’abolizione delle accise della benzina, di fronte all’aumento del prezzo finale ma anche alla necessità di far quadrare il bilancio dello Stato, si trova in una situazione difficile. Il fuoco amico non ha esitato a trarne qualche beneficio. Tanto Salvini come Licia Renzulli, capogruppo di Forza Italia, chiedono con forza di portare avanti la promessa elettorale riguardante l’abolizione o almeno la riduzione delle accise.

Le conseguenze di un alto costo dei carburanti vanno ben oltre il prezzo della benzina per chi riempie il serbatoio della sua macchina. Hanno un effetto a catena su tutti i prodotti che, diventando più cari, erodono ancora di più la capacità di spesa delle famiglie.

Il rischio politico a questo punto è molto grande e tanto la Lega come Forza Italia hanno tutta l’intenzione di lasciare il cerino in mano alla Presidente del Consiglio.

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