La Spagna democratica condanna l’assalto al Parlamento brasiliano

MADRID – Quanto accaduto in Brasile sarebbe un “delitto di ribellione” anche in Spagna. Lo ha precisato, intervistata da “Antena3”, la vicepresidente Teresa Ribera, ministra per la “Transición Ecológica  y el Reto Demográfico”.

La vicepresidente, così, ha risposto al Segretario Generale e portavoce alla Camera dei deputati del Partito Popolare, Cuca Gamarra. L’esponente del PP aveva insinuato, nel suo account in Twitter, che in Spagna gli eventi accaduti in Brasile, responsabile l’ala radicale del “bolsonarismo”, sarebbero stati considerati semplicemente reati di “disordine pubblico”, in riferimento alla riforma del Codice penale, approvata qualche settimana fa. Il nuovo ordinamento legale, proposto dalla coalizione di governo ed approvato dal Parlamento, ha eliminato il “reato di sedizione”.

La ministra Ribera, dopo aver ribadito che l’assalto dei seguaci di Bolsonaro al Parlamento sarebbe stato considerato “reato di ribellione” e come tale punito, ha chiesto alla deputata Gamarra di non farsi “scherno” di fatti così gravi.

La vicepresidente, poi, ha ritenuto “terribile” che la portavoce dei popolari alla Camera dei deputati non abbia “condannato quanto è accaduto” ed espresso una  ferma presa di posizione in difesa “dell’ordine costituzionale in Brasile e in Spagna”.

La vicepresidente ha fatto notare che è venuto a mancare il “sostegno diretto e forte” al presidente del Brasile, Luiz Ignacio Lula da Silva “da buona parte dei partiti con rappresentanza democratica nel Parlamento spagnolo”.

In effetti, i popolari, pur avendo condannato quanto accaduto in Brasile, non hanno manifestato una ferma solidarietà al capo dello Stato eletto recentemente. 

Condanne categoriche, senza se e senza ma, sono state invece espresse dalla maggior parte dei partiti che sostengono il governo. Il presidente Sánchez, nel suo account in tweeter, ha scritto: “tutto il mio sostegno al presidente Lula e alle istituzioni liberamente e democraticamente elette dal popolo brasiliano. Condanniamo fermamente l’assalto al Parlamento brasiliano e chiediamo un immediato ritorno alla normalità democratica”.

Dal canto suo, Inés Arrimada, esponente di Ciudadanos, ha condannato quanto accaduto in Brasile con un cinguettio. “La democrazia – ha scritto nel suo account – non è mai garantita. Ecco perché è così importante proteggerla dai suoi nemici con una legislazione all’altezza, che punisca duramente i golpisti sediziosi. La nostra categorica condanna dell’assalto alle istituzioni in Brasile”.

Silenzio assoluto, invece, da parte dei leader di Vox. Il partito di estrema destra, che non ha mai negato la sua simpatia verso il “bolsonarismo”, non si è manifestato. Lo ha fatto, invece, l’ex deputata di Vox Macarena Olona. Con un tweet ha precisato che quanto accaduto a Brasilia “non è una rivolta di massa” ma un colpo di stato.

“Tutta la mia solidarietà con il popolo brasiliano – ha scritto -. Legge e ordine. Senza democrazia non può esserci libertà”.

Anche i sindacati hanno condannato quanto accaduto in Brasile ed espresso solidarietà al presidente “Lula” da Silva. Pepe Alvarez, Segretario Generale della UGT, ha scritto nel suo account in Twitter: “Con la stessa energia con cui abbiamo difeso la sua libertà quando era perseguitato e imprigionato, oggi difendiamo la democrazia e le urne, amico sindacalista e presidente Lula. Siamo con voi, per la democrazia e la giustizia sociale in Brasile”

Redazione Madrid

 

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