Missili sull’Ucraina. Meloni a Kiev prima del 24 febbraio

Pompieri ucraini al lavoro tra le macerie dopo l'esplosione del drone.
Pompieri ucraini al lavoro tra le macerie dopo l'esplosione del drone. (Photo by Yasuyoshi CHIBA / AFP)

ROMA. – Alle soglie del 2023 la Russia dimostra chiaramente di non aver alcuna intenzione di dare tregua all’Ucraina. E lancia una nuova pioggia di bombe in quello che il ministero della Difesa di Kiev ha definito “uno dei più massicci attacchi missilistici di Mosca dall’inizio della guerra”.

Nelle prime ore del mattino, l’allarme aereo ha risuonato in tutto il Paese. Poi, le esplosioni a Kiev, Leopoli, Kharkiv, Odessa e Sumy. In tutto, dieci i territori martoriati dal fuoco degli invasori, con almeno tre civili uccisi e sette feriti. E mentre una soluzione diplomatica resta remota, con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che liquida come “un’illusione” il piano di pace proposto da Volodymyr Zelensky, la premier Giorgia Meloni candida l’Italia a “garante di un processo” che porti alla fine del conflitto.

“E’ questa la ragione per la quale intendo recarmi a Kiev prima del 24 febbraio, perché è quella la data – a un anno dall’inizio dell’invasione – per cui credo si possa prendere qualche iniziativa”, ha spiegato la presidente del Consiglio nella sua prima conferenza stampa di fine anno. “Sono ovviamente favorevole a tutto quello che possiamo fare per favorire la pace”, ma questa “non si ottiene solo rivendicandola. Bisogna lavorarci concretamente: oggi non ci sono particolari segnali soprattutto dalla Russia”, ha spiegato Meloni, ribadendo che “perché le condizioni di pace maturino, la condizione fondamentale è continuare a sostenere l’Ucraina”.

Rispondendo poi a una domanda della corrispondente della Tass sulla possibile ripresa del dialogo tra Roma e Mosca, Meloni ha sostenuto che “le scelte del governo russo non devono ricadere sul suo popolo e sui suoi cittadini”. Ma “quelle scelte ci sono”, ha evidenziato la premier, “sono di violazione del diritto internazionale”. Agli italiani “può mancare il turismo russo e il turismo in Russia, ma ci sono cose che non si possono piegare ai nostri desideri. Spero che prima o poi il governo russo si renda conto dell’enorme errore che sta facendo e decida di fermare questa incomprensibile e inaccettabile guerra di aggressione. Fin quando questo non accadrà, ovviamente difenderemo l’Ucraina”, ha assicurato la premier.

La pace però non sembra essere nei piani di Mosca, che attacca i punti vitali in tutta l’Ucraina mentre al fronte si vive una situazione di stallo poiché né le forze di Kiev né quelle russe sono in grado di fare progressi significativi, secondo il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov. Nonostante l’esercito ucraino abbia abbattuto 54 missili sui 69 lanciati dai russi, Kiev denuncia che l’ultima offensiva ha colpito un ospedale, palazzi residenziali e infrastrutture critiche, causando danni ingenti alle reti elettriche che hanno lasciato al buio il 40% dei cittadini di Kiev e costretto a blackout di emergenza diversi territori. Questo proprio mentre da Mosca, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova augurava ai giornalisti “calore, fede e luce” per il nuovo anno.

Una seconda ondata di attacchi russi si è poi abbattuta anche con i droni kamikaze: una “barbarie senza senso”, ha commentato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. E di barbarie si può parlare per l’ultimo rapporto della polizia ucraina, che ha riferito di 1.116 corpi di civili rinvenuti finora nelle regioni liberate di Mykolaiv, Donetsk, Kherson e Kharkiv.

Mentre le bombe cadono a pioggia sull’Ucraina, il conflitto torna anche a sconfinare in Russia, con le difese aeree di Mosca che hanno distrutto un oggetto non identificato nel distretto di Engels, nella regione di Saratov, mentre droni attribuiti agli ucraini sono stati abbattuti nella regione di Bryansk, secondo i governatori locali.

E sale la tensione con la Bielorussia, che ha riferito di aver intercettato un missile ucraino sul suo territorio nella regione di Brest. Minsk ha convocato l’ambasciatore ucraino comunicandogli la protesta del governo di Lukashenko. “Abbiamo chiesto che la parte ucraina conduca un’indagine approfondita” e “assicuri alla giustizia i responsabili”, ha riferito un portavoce del ministero degli Esteri bielorusso. Ma sulla vicenda, il ministero della Difesa di Kiev “non esclude una deliberata provocazione” da parte della Russia per “coinvolgere la Bielorussia nella sua guerra”.

(di Stefano Intreccialagli/ANSA)

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