Governo: arriva la terza rata Pnrr, centrati gli obiettivi

Raffaele Fitto ospite del forum ANSA-Facebook, Roma, 28 febbraio 2018. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Il cammino del Pnrr prosegue secondo i tempi previsti e il governo può ora passare all’incasso della terza rata. “Sono stati raggiunti i 55 obiettivi previsti per il secondo semestre 2022″, ha annunciato il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto, soddisfatto dell'”importante lavoro di squadra” e del “dialogo costruttivo” con la Commissione europea, fondamentale per superare “alcune criticità” legate agli ultimi obiettivi.

Grazie al confronto con Bruxelles, nelle ultime settimane si sono infatti sbloccati gli ultimi due dossier: l’assunzione di 262 giovani ricercatori e la creazione di 7.500 alloggi per studenti universitari. In entrambi i casi, si è dovuto negoziare con la Ue per allentare i termini e poter raggiungere gli obiettivi.

Fitto ricorda il percorso compiuto dal nuovo governo: alla data di insediamento, sui 55 obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre 2022 ne risultavano conseguiti 25. “In poco più di 60 giorni sono stati adottati: 2 decreti legislativi, 12 decreti ministeriali; 3 interventi normativi in Legge di Bilancio”, sottolinea il ministro. Tra i traguardi principali c’è il lavoro sul fronte della transizione digitale, uno dei settori con il carico maggiore di obiettivi in quest’ultimo semestre.

Tra questi la nascita dell’agenzia di Cybersecurity e il completamento del Polo Strategico Nazionale destinato ad ospitare i dati e i servizi strategici di P.A. centrali, locali e strutture sanitarie. Grande impegno hanno richiesto anche gli atti attuativi della riforma dei servizi idrici, la nascita della società 3I (INPS, INAIL e ISTAT), la riforma dei servizi pubblici locali e quella della scuola, la riduzione degli oneri di sistema impropri dalle bollette energetiche. Uno degli ultimi obiettivi raggiunti è stato poi l’approvazione del nuovo codice dei contratti pubblici, che dovrà entrare in vigore l’anno prossimo.

Chiuso il dossier 2022, il governo può ora procedere con la richiesta a Bruxelles della terza rata da 19 miliardi. E potrà concentrarsi sulla nuova fase che si apre nel 2023: la revisione del Pnrr, dalla governance alla ridefinizione di alcuni progetti, soprattutto quelli i cui costi non sono più realistici. La Ue è disposta ad aiutare purché le modifiche non tocchino le riforme ma soltanto alcuni investimenti.

In gioco nel prossimo semestre c’è una rata da 16 miliardi da sbloccare dopo 27 obiettivi, tra cui l’entrata in vigore della riforma della giustizia civile e penale. La vera sfida sarà però riuscire ad accelerare la spesa, visto che i ritardi sono già evidenti: il governo Draghi prevedeva ad inizio 2022 di spendere 40 miliardi, e invece il bilancio attuale si ferma a meno della metà.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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