Zelensky a Washington, primo viaggio da inizio guerra

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky posa per un selfie con i soldati di stanza a Kherson.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky posa per un selfie con i soldati di stanza a Kherson. (Ufficio stampa della Presidenza Ucraina).

ROMA. – Volodymyr Zelensky vola domani a Washington per incontrare il presidente americano Joe Biden in quello che è il primo viaggio all’estero dall’inizio dell’invasione russa. Alla Casa Bianca, anticipa la Cnn, i due presidenti si vedranno “per discutere del nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev che include anche i missili Patriot”. Il leader ucraino interverrà anche al Congresso Usa per ringraziare dei miliardi di aiuti ricevuti ma anche per chiedere nuovi fondi e altre armi. La presidente della Camera americana, Nancy Pelosi, ha scritto a “tutti i deputati “di essere fisicamente presenti” alla sessione di domani per un focus molto speciale sulla democrazia”.

Un viaggio importante per gli sviluppi futuri della guerra dopo la visita a Bakhmut, nell’est del Paese, la zona più calda del fronte ucraino. E’ la città del Donetsk che le forze russe stanno cercando di conquistare da mesi scontrandosi con il muro della resistenza di Kiev. E Zelensky ha ringraziato le truppe, consegnato riconoscimenti, chiesto un minuto di silenzio per chi non c’è più. “Voglio dirvi che qui, in Donbass, state difendendo tutta l’Ucraina” ha detto Zelensky.

Gli ucraini sono tornati a colpire anche in Russia, nella regione confinante di Belgorod. Una colonna di fumo si è alzata stamattina sulla città di Shebekino, dove “l’alimentazione elettrica è stata interrotta a causa dei bombardamenti e un terzo dei residenti è rimasto senza elettricità. Granate hanno colpito la zona industriale, c’è almeno una vittima”, hanno fatto sapere le autorità locali puntando il dito contro Kiev.

Un’esplosione ha invece squarciato il gasdotto Urengoi-Pomary-Uzhhorod, che dalla Russia attraversa l’Ucraina: dalle prime ricostruzioni risulta provocata da una fuga di gas. Il bilancio è di tre morti e un ferito e i sospetti russi, di nuovo, sono diretti verso Kiev. Sono di questo tipo le complicazioni che emergono da settimane nel conflitto fra Mosca e Kiev e per questo forse il presidente russo in persona, Vladimir Putin, ha riconosciuto che non tutto va bene.

“La situazione nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia”, ovvero nei territori annessi dai russi, “è estremamente difficile”, ha ammesso lo zar parlando ai suoi servizi di sicurezza e sollecitando un’intensificazione della sorveglianza della società russa e delle frontiere del Paese per contrastare quello che considera “l’emergere di nuove minacce” dall’estero.

Dopo queste parole e per queste indicazioni, così precise, cresce l’attesa per un altro intervento del leader russo, quello che terrà nel corso di una riunione del Consiglio di Difesa nelle prossime ore e in cui fisserà gli obiettivi dell’esercito per il 2023, stando agli annunci del Cremlino. Lo zar farà il punto nella riunione allargata del ministero della Difesa russo in cui verranno “riassunti i risultati delle attività delle forze armate russe nel 2022” e “definiti i compiti per il prossimo anno”.

Il timore diffuso è che Mosca possa lanciare un’altra grande offensiva su larga scala in pieno inverno, ma secondo Washington il governo russo su questo è diviso, ha riferito un alto funzionario Usa in forma anonima citato dalla France Presse. “Penso che siamo in presenza di punti di vista divergenti”, ha sottolineato. “Chiaramente, ci sono alcuni che credo stiano sostenendo la continuazione dell’offensiva in Ucraina. Altri che hanno seri dubbi sulla capacità della Russia di farlo”, ha detto ancora la fonte, affermando inoltre che gli Stati Uniti “adeguerebbero e adatterebbero rapidamente” i propri obiettivi se venisse deciso un attacco importante.

“Quello che stiamo facendo, quello che continuiamo a fare, è garantire che gli ucraini abbiano i mezzi per difendersi efficacemente dall’aggressione russa”, ha proseguito l’esponente dell’amministrazione Biden. Quel che è certo è che “non sarà la Russia a dettare il tipo di supporto che forniamo all’Ucraina”, ha assicurato da parte sua il portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca John Kirby rispondendo ad una domanda sulle minacce di Mosca nel caso di invio di Patriot.

Il Guardian intanto rivela la frustrazione e le paure dei militari russi al fronte. Sono le telefonate – spesso non autorizzate – fra i soldati e i loro cari, intercettate dalle forze ucraine e a cui il giornale ha avuto accesso. “Nessuno ci dà da mangiare, mamma. I nostri mezzi fanno schifo, sinceramente. Prendiamo l’acqua dalle pozzanghere, poi la filtriamo e la beviamo”.

Il soldato Andrey, contravvenendo agli ordini, l’8 novembre scorso chiamava la madre dalla città di Lyman, nell’est dell’Ucraina. Andrey aveva telefonato alla mamma anche due giorni prima, le diceva che le armi promesse non erano mai arrivate. “Dove sono i missili di cui Putin tanto parla? C’è un palazzo davanti a noi e non possiamo colpirlo. Ci sarebbe solo bisogno di un Caliber”. Poi le rassicurazioni: “Prego sempre, mamma. Tutte le mattine”. Già il 26 ottobre un soldato confidava alla moglie che stava contemplando la possibilità di arrendersi: “Sono in un sacco a pelo, tutto bagnato, con la tosse, messo male. Siamo tutti mandati consapevolmente al massacro”.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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