ROMA. – Da una parte lo Spid, il meccanismo a codici che passa attraverso service privati, dall’altro la Cie, la carta d’identità elettronica: tutti e due gli strumenti consentono l’accesso ai servizi pubblici e di fatto rappresentano la nostra ‘identità elettronica’. Una duplicazione sulla quale il governo ha avviato una riflessione che dovrebbe portare presto ad una semplificazione.
Le modifiche non arriveranno con la legge di bilancio ma il tema è già sul tavolo dopo che il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alessio Butti ha spiegato che l’identità digitale sarà “una, nazionale e gestita dallo Stato”. Anche perché pure a Bruxelles è aperto il cantiere e si ragiona sulla creazione di un ‘digital wallet’, nel quale inserire moltissimi dati, dalla patente alla propria tessera sanitaria, dai diplomi universitari agli strumenti di pagamento.
“Lo Spid è uno strumento che semplifica la vita dei cittadini, permette di risparmiare tempo, evitando le file agli sportelli, e consente di agire in piena sicurezza. Non verrà cancellato – ha affermato il capogruppo di Forza Italia alla Camera Alessandro Cattaneo – ma stiamo cercando il modo di risolvere alcune criticità piuttosto che girarci dall’altra parte. Non possiamo ignorare che ci sono alcune categorie, come gli anziani, che incontrano difficoltà nell’utilizzarlo”.
L’idea, avanzata dal sottosegretario Butti che ha la delega sul digitale, è quella di una convergenza con la Cie. Già perché ci sono alcuni nodi che riguardano Spid, ma anche altri che interessano la Cie. Il primo problema è proprio quello del dualismo tra le due diverse tipologia di accesso ai servizi pubblici. Spid, poi, oltre alla difficoltà di utilizzo, richiede il ricorso anche a provider privati. Il principale rimane Poste, ma a ‘certificare’ la propria identità digitale ci sono anche Tim, Infocert, Aruba, Intesa.
L’altra difficoltà è la completa smaterializzazione, che invece non c’è con la carta d’identità che passa anche attraverso un oggetto fisico. Ma certo ci sono nodi da sciogliere anche per la Cie: per ottenerla i cittadini devono pagare 16,79 euro e recarsi fisicamente presso un ufficio comunale; poi è ancora poco usabile da Pc e smartphone. “Vorremmo lavorare per assicurare il rilascio della Cie da remoto, a costo zero e in 24 ore, e per garantirne la sua usabilità, attraverso soluzioni semplici almeno quanto lo Spid”.
Sul fronte digitale – dalla fatturazione elettronica alla dichiarazione precompilata – l’Italia è ben messa. Ma in attesa che arrivi la possibilità dell’accesso ai servizi attraverso i propri dati biometrici, i progetti di modifica dovranno tener conto dell’evoluzione al quale sta lavorando la commissione europea. E’ l’idea del digital wallet: non solo uno strumento di identificazione ma un modo per essere riconosciuti on line, accumulare documenti rilasciati da autorità pubbliche, contenere informazioni sui propri studi e il proprio lavoro. Uno strumento utile per richiedere certificati, aprire un conto in banca, affittare un’auto, provare la propria età, prenotare un albergo, iscriversi all’università. E magari caricare qualche euro, sicuramente digitale.
(di Corrado Chiominto/ANSA)