Argentina campione, e Messi in Bisht fa discutere il mondo

Lionel Messi innalza la Coppa del Mondo vindossandi il mantello (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

ROMA. – Bisht. E’ in una parola araba di cinque lettere tutto il senso finale del più contestato mondiale della storia del calcio, quello del Qatar. Indica la tunica tradizionale araba, che si veste nelle grandi cerimonie a sottolineare ricchezza o – nel caso, visto i bordi d’oro – regalità. L’ha indossata Lionel Messi prima di alzare la Coppa del Mondo, lasciando che l’emiro Al Thani gliela mettesse sulle spalle.

“Maradona non l’avrebbe mai fatto”, protestano molti tifosi in giro per il mondo, di cui si fa portavoce tra gli altri Maurizio Di Giovanni, scrittore napoletano e grande tifoso di Diego. “Fossi stato un tifoso argentino, ne avrei riportato un’impressione di umiliazione e mortificazione – ha ribadito -. Io sono certo, per averlo conosciuto personalmente, che Maradona non avrebbe mai accettato questa cosa”.

E non solo perché quella tunica nera lunga fino ai piedi copre la maglia albiceleste, come mai era successo prima in un Mondiale. Ma un Mondiale così, soprattutto sotto il profilo politico, non si era mai visto. “Ci sono fotografie che ti fanno pensare più di cento libri di geopolitica dello sport”, ha twittato Mauro Berruto, ex ct dell’Italvolley e ora responsabile sport del Pd.

Le proprietà arabe hanno preso piede nel calcio europeo da tempo. Dopo il Psg ai qatarini e il City agli Emirati, è il Newcastle ad essere stato acquistato dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita. Attorno al Mondiale, nelle settimane scorse aveva fatto discutere il ruolo (ben pagato) di Leo Messi come testimonial del turismo di Riad.

Ieri la finale del Mondiale si è giocata nel salotto di casa di Al Thani, vero proprietario del Psg in cui giocano sia Messi sia Mbappè, i due protagonisti di una delle finali più belle della storia. E alla fine il re del Qatar ha ‘incoronato’ Messi, dribblando persino i regolamenti Fifa sul protocollo di premiazione e Infantino (ignaro del gesto, assicurano dalla Fifa): come dire, quel che non era riuscito a Neuer, con l’annuncio della fascia OneLove, è riuscito a sorpresa al padrone di casa, per una foto iconica.

Messi da parte sua non si è sottratto, anzi ha posato per la foto ufficiale, alzando la coppa, vestito di nero, con tutto il resto della nazionale attorno come da tradizione in albiceleste. “È un vestito per un’occasione ufficiale, che viene indossato per le celebrazioni”, ha spiegato Hassan Al Thawadi, segretario generale del comitato organizzatore di Qatar 2022. “Questa – aggiunge – è stata la celebrazione di Messi. La Coppa del mondo ha avuto l’opportunità di mostrare al mondo la nostra cultura araba e musulmana. Non si trattava del Qatar, era una celebrazione regionale. Persone di diversi ceti sociali sono state in grado di venire, sperimentare ciò che stava accadendo qui e capire che potremmo non essere d’accordo su tutto, ma possiamo ancora festeggiare insieme”.

Da parte sua, lo sceicco Tamim Bin Hamad ha scritto su Twitter di avere “mantenuto la nostra promessa di organizzare un campionato eccezionale nei paesi arabi. Il torneo ha fornito un’opportunità ai popoli del mondo di conoscere la ricchezza della nostra cultura e l’originalità dei nostri valori”. E se il Guardian, in prima linea in questi mesi nel condurre inchieste sui diritti negati in Qatar e le morti nei cantieri, si limita a parlare di “incoronazione” del re Messi con quella tunica, l’Indipendent nel sottolineare che “la superstar argentina ha indossato la tradizionale veste pochi istanti prima del coronamento di una carriera leggendaria”, fa notare che “i miliardi del Qatar hanno ottenuto l’immagine per la quale hanno pagato”.

E a tirare le somme è Le Monde, che della geopolitica fa il suo pane. “Alla fine, ha vinto il Qatar”, il titolo dell’editoriale nel quale si sottolinea che piaccia o no “la Coppa del Mondo è stata un successo simbolico e diplomatico per il Paese ospitante” e parla di “innegabile successo in termini di pubbliche relazioni che non deve, ovviamente, mascherare tutti i lati più oscuri di un progetto ambientalmente aberrante, attraversato da sospetti di corruzione e violazioni dei diritti umani”. Maradona non avrebbe indossato il Bisht, sostengono gli ammiratori del Pibe. E in effetti, Maradona era il fuoriclasse di un altro calcio.

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