Governo: la manovra cambia ancora, alta tensione alla Camera

Il ministro di Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti, nella Sala del Mappamondo di Montecitorio nel corso dell'audizione alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato in merito al disegno di legge di previsione bilancio dello Stato 2023 e per il triennio 2023-2025, Roma, 2 dicembre 2022.
Il ministro di Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti, nella Sala del Mappamondo di Montecitorio nel corso dell'audizione alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato in merito al disegno di legge di previsione bilancio dello Stato 2023 e per il triennio 2023-2025, Roma, 2 dicembre 2022. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

ROMA. – Il governo riscrive ancora la manovra. Cinque emendamenti a firma dell’esecutivo che arrivano nottetempo e un pacchetto dei relatori che si preannuncia della stessa portata di fatto portano la legge di bilancio a raddoppiare, quantomeno per il numero degli articoli. L’opposizione va all’attacco, nel merito e nel metodo vedendosi, però, in qualche modo costretta a non rompere del tutto il dialogo di fronte al rischio di esercizio provvisorio.

Il tutto mentre una serie di norme fuori sacco, spuntate nel pacchetto del governo, non fanno che inasprire gli animi. A partire da quelle riguardanti le intercettazioni preventive legate all’attività di intelligence sulle quali M5s chiede lo stralcio immediato. Ma che non piace neanche a Pd e la sinistra. Una misura che potrebbe però saltare anche all’ultimo: la presidenza della Camera infatti sta valutando l’ammissibilità. C’è poi la segreteria prevista per la cabina di regia sui Lep e ancora una serie di micro-misure, come lo stanziamento per il ripristino della funivia di Savona. Tempi stretti e maggioranza ancora alla ricerca di un’ultima quadra, dunque.

Ma la premier Giorgia Meloni si dice comunque ottimista. “Chi evoca l’esercizio provvisorio – va all’attacco – cerca l’esercizio provvisorio. Per quanto ci riguarda andiamo avanti e mi sento di garantire che ci sarà la legge di bilancio nei tempi previsti”.

Confermate – intanto – nel pacchetto del governo una serie di misure: ci sarà l’indicizzazione delle pensioni con la rivalutazione di quelle tra 4 e 5 volte il minimo che sale dall’80 all’85% e anche la possibilità di rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al fisso. Questa misura però riguarderà solo i mutui entro i 200mila euro e la potrà utilizzare chi ha un’Isee non superiore a 35mila euro.

Entra inoltre la misura ‘salva calcio’ che vale quasi 900 milioni: a tanto ammontano i versamenti, sospesi per il Covid, che il mondo dello sport (e non solo i club principali) potrà versare in 60 rate. Previsti negli emendamenti dei relatori anche il cambio del bonus 18App (con l’inserimento del tetto Isee) così come le misure per estinguere i reati fiscali formali in caso di pagamento del dovuto e di una sanzione.

Si cercano, intanto, fondi per i ristori per gli esercenti sul Pos, al momento non presenti nel pacchetto del governo. In più ma mano a mano che le misure annunciate prendono in gran parte forma, calano le risorse a disposizione. Tanto che del tesoretto in dote per le modifiche parlamentari e che era inizialmente quotato 400 milioni, ne sarebbero rimasti a disposizione solo 200 che il governo avrebbe proposto di dividere a metà fra la maggioranza e l’opposizione.

Niente da fare, dunque, per il momento, su Opzione donna, sulla quale il Pd in particolare è in pressing da tempo. Salvo novità dell’ultimo momento, dunque, non dovrebbe cambiare la stretta sulla misura inserita nella manovra. Ad ora, sul fronte pensioni, quelli che possono certamente cantare vittoria sono gli azzurri che incassano l’innalzamento delle minime a 600 euro seppure per un anno e ristretta alla platea degli over 75. “Sembrava una chimera, ora sta per diventare realtà”, esulta la capogruppo di Fi in Senato Licia Ronzulli.

Qualcosa in più sulle altre partite si capirà con il pacchetto dei nuovi emendamenti dei relatori sui quali la maggioranza è alla ricerca di un’intesa al proprio interno e con l’opposizione. I contatti, però, per ora, non sembrano risolutivi. “Un incontro interlocutorio”, dice Debora Serracchiani dopo il faccia a faccia con governo e relatori. “Faremo le nostre valutazioni, vediamo cosa si riesce a fare in una situazione oggettivamente grottesca”, dice anche Francesco Silvestri, capogruppo M5s. Insoddisfatto il Terzo Polo, che assicura una “opposizione ferma”.

La maggioranza è comunque decisa a chiudere: “Auspico che ce la facciamo entro stanotte”, dice il relatore di Forza Italia, Roberto Pella, preannunciando una maratona. Ma non è da escludere, allo stato, che alla fine la manovra vada in Aula senza che si arrivi a votare il mandato al relatore. Intanto gli enti locali vanno all’attacco. “I Comuni aspettavano di più dalla legge di bilancio – dice il presidente dell’Anci Antonio Decaro – è urgente un incontro con il Presidente del consiglio”.

(di Alessandra Chini/ANSA)

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