Costituzionale, Madrid chiede ‘buon senso’ e il PP di ‘rispettarlo’

El socialista Pedro Sánchez y el popular Alberto Núñez Feijóo

MADRID — Le ceneri sono ancora fumanti. La giornata di alta tensione politica vissuta ieri in Spagna, con l’approvazione di una discussa riforma penale preceduta da ore di incertezze per il possibile intervento — poi rinviato — della Corte Costituzionale su richiesta dell’opposizione, ha lasciato il segno nel dibattito del giorno dopo. La possibilità che il tribunale accetti, in una riunione in programma lunedì, l’istanza per sospendere cautelarmente l’iter della nuova norma prima che venga convalidata anche in Senato ha incentrato le prese di posizione dei partiti. Mentre il governo chiede “buon senso”, dopo che il premier Pedro Sánchez ha denunciato un tentativo di “complotto” delle formazioni di destra, il leader del Partito Popolare Alberto Núñez Feijóo ha chiesto “rispetto” per le decisioni dei togati.

Come già fatto ieri da Sánchez, stamattina è stata la sua vice Nadia Calviño, altresì ministra dell’Economia, a rivolgere un appello in favore del “buon senso”. “Ho fiducia nel fatto che i magistrati che ci sono lì non continueranno ad aggravare il conflitto inter-istituzionale” in corso, ha affermato in un’intervista concessa alla radio catalana Rac1, aggiungendo di non sentire “nessun orgoglio” per quanto successo ieri al Congresso dei deputati, scenario di una seduta ad alta tensione con dure accuse reciproce tra i gruppi parlamentari.

A lei, secondo media iberici come Europa Press, si sono aggiunti anche altri membri dell’esecutivo. “Il Partito Popolare si è spinto troppo in là”, ha affermato il ministro della Presidenza Félix Bolaños, “chiedo che ritiri il ricorso presentato alla Corte Costituzionale”. Bolaños ha sottolineato inoltre che “in nessun Paese democratico del mondo” può succedere che venga “interrotta una votazione democratica”.

Da parte sua, Feijóo oggi è tornato ad attaccare duramente Sánchez e i suoi. “Ieri è stata una giornata nera per la democrazia spagnola”, ha detto a cronisti, “perché, per la prima volta, hanno vinto gli indipendentisti e ha perso il costituzionalismo”. Il riferimento era all’ok dei deputati alla riduzione della carica punitiva in riferimento ai reati di sedizione e malversazione attribuiti in passato a leader secessionisti. A detta del leader popolare, la votazione di ieri è stata “più grave” di quelle avvenute nel Parlamento catalano nel 2017, quando vennero dibattute leggi pro-sescessione.

Al di là delle polemiche politiche, un punto chiave sarà quello di capire che decisioni future potrebbe adottare la Corte Costituzionale. Il tribunale, tra l’altro, è al centro di una disputa tra la corrente conservatrice e quella progressista per il rinnovo dei suoi membri, di cui quattro su dodici hanno il mandato scaduto.

Secondo El País, la corte sarà chiamata a decidere su diversi ricorsi presentati: non solo quelli di partiti dell’opposizione (PP e Vox), ma anche di quelli del governo (Partito Socialista e Unidas Podemos). Tale matassa di istanze e contro-istanze potrebbe portare a un allungamento dei tempi necessari per risolvere le varie questioni, ma vari scenari sono ancora aperti.

Nel frattempo, riportano media iberici, i partiti sono stati oggi al lavoro per preparare una nuova batteria di movimenti giuridico-amministrativi: l’obiettivo degli uni e degli altri è di provare a cambiare a proprio vantaggio il corso degli eventi prevedibili la prossima settimana tra Corte Costituzionale e Senato.

Redazione Madrid

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