Via libera alla legge sull’aborto che introduce anche congedi mestruali

La ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero

MADRID — Diritto all’aborto maggiormente “blindato” e più garanzie per la “salute riproduttiva e sessuale” delle donne. Un’altra delle riforme promosse dalla ministra delle Pari Opportunità spagnola Irene Montero ha ottenuto un primo ok dal Congresso dei deputati. Tra le novità con più ripercussione, c’è l’introduzione di congedi retribuiti dal primo giorno per donne che soffrono di cicli mestruali “invalidanti”, una novità anche su scala internazionale. “Oggi abbiamo compiuto un passo fondamentale per l’approvazione della legge”, ha esultato il ministero capeggiato da questa esponente di Unidas Podemos.

Approvata con 190 voti a favore, 154 contro e 5 astensioni, la norma ha tra i suoi scopi fondamentali quello di rafforzare le possibilità di pratica dell’aborto, un diritto messo in discussione da una parte dello spettro parlamentare attuale (in particolare dagli ultra-conservatori di Vox). In questo senso, uno dei punti principali riguarda la reintroduzione di chiedere l’aborto senza permesso genitoriale anche per ragazze di 16 e 17 anni.

Inoltre, viene eliminato un periodo di tre giorni di riflessione obbligatorio e si stabilisce che questa pratica dev’essere garantita nel centro sanitario pubblico abilitato più vicino al domicilio della richiedente. Viene anche introdotto un permesso per donne che hanno appena abortito volontariamente o involontariamente.

Tra altre cose, c’è poi appunto spazio per i congedi mestruali: saranno riconosciuti a persone che patiscono dolori “invalidanti”, attestato da certificato medico, coperti interamente dallo Stato e pagati dal primo giorno. “Riconosciamo la salute mestruale come parte del diritto alla salute e combattiamo stigmatizzazione e silenzio”, ha affermato Montero in Aula.

La legge contempla anche più misure per promuovere l’educazione sessuale dei cittadini e l’accesso a anticoncezionali. Per l’ok definitivo del Parlamento spagnolo, il testo legislativo dovrà essere ora sottoposto a dibattito e votazione al Senato. In base all’esito, sarà possibile o meno un ulteriore passaggio al Congresso dei deputati.

Redazione Madrid

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