Caro bollette, stop agli aumenti per sette milioni di italiani

Un esercente mostra la bolletta con gli aumenti della tariffa . (ANSA)
Un esercente mostra la bolletta con gli aumenti della tariffa . (ANSA)

ROMA. – L’Antitrust picchia duro sui “furbetti del bollettino”. Ovvero, sulle compagnie energetiche che hanno aumentato le bollette a famiglie e imprese dopo il 10 agosto, quando il Decreto Aiuti bis aveva bloccato i rincari. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato sette istruttorie e adottato provvedimenti cautelari nei confronti di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie. In pratica, l’80% del mercato italiano.

L’accusa è di aver modificato unilateralmente in modo illegittimo il prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale. I consumatori, i condomini e le microimprese che hanno ricevuto le comunicazioni di variazione delle condizioni economiche sono 7.546.963. Di questi, circa 2.667.127 avrebbero già subito un ingiustificato aumento di prezzo, e l’Autorità prevede che “le imprese dovranno sospendere l’applicazione delle nuove condizioni economiche, mantenendo o ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022”.

Il Decreto Legge “Aiuti bis” del 9 agosto (convertito in Legge 142 del 21 settembre 2022) sospende, dal 10 agosto fino al 30 aprile 2023, le clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura. Unica eccezione, se le modifiche di prezzo si siano già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto stesso. Secondo l’Antitrust, le “sette sorelle italiane” dell’energia non avrebbero tenuto conto dello stop all’aumento delle bollette imposto dal Dl Aiuti, e avrebbero continuato ad alzare le tariffe.

E non sarebbero state le sole. L’Autorità ha già avviato istruttorie per la stessa ragione contro altre quattro società: Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola. In tutto, l’Antitrust ha fatto accertamenti su 25 compagnie. Soltanto la metà degli operatori interessati ha rispettato la legge, evitando di modificare le condizioni economiche dopo il 10 agosto 2022 o revocando gli aumenti illeciti.

Le imprese colpite dalle misure cautelari dovranno ora sospendere l’applicazione delle nuove condizioni, mantenendo o ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022, e dovranno comunicare all’Autorità le misure che adotteranno al riguardo. Entro sette giorni le imprese potranno fare ricorso, e l’Antitrust potrà confermare o meno i provvedimenti cautelari.

Per Altroconsumo, “le società dovrebbero automaticamente mettere in atto le disposizioni del Garante e applicare le condizioni corrette, ma è bene da parte degli utenti sollecitare il proprio operatore, inviando un reclamo attraverso il modulo da noi predisposto”.”Siamo soddisfatti per la decisione dell’Antitrust che ha accolto tutte le nostre richieste, ma non ci basta – scrive il Codacons -. Abbiamo deciso di presentare un nuovo esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia”, per accertare “se le pratiche adottate possano configurare eventuali fattispecie penalmente rilevanti, dalla truffa all’appropriazione indebita, fino all’interruzione di pubblico servizio”.

Per l’Unione nazionale consumatori, “il Codice di condotta commerciale deliberato da Arera prevede che il preavviso non può essere inferiore a 3 mesi e che il termine scatta dal primo giorno del mese successivo a quello di ricevimento della comunicazione da parte del cliente stesso. Quindi, dato che la legge è entrata in vigore al 10 agosto, ogni preavviso successivo al primo maggio non si è più perfezionato e, quindi, non è più valido”.

(di Stefano Secondino/ANSA)

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