Governo: armi a Kiev anche nel 2023, le ipotesi su un sesto invio

Difese anti-carrarmati su una strada di Kharkiv, Ucraina.
Difese anti-carrarmati su una strada di Kharkiv, Ucraina. EPA/Andrzej Lange POLAND OUT

ROMA. – Mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari saranno forniti all’Ucraina, per combattere l’invasione russa, anche in tutto il 2023, come previsto dal cosiddetto decreto Nato già approvato in Cdm lo scorso primo dicembre, che proroga “fino al 31 dicembre 2023” e “previo atto di indirizzo delle Camere”, il provvedimento già introdotto dopo l’inizio della guerra dal governo Draghi (e che era in scadenza a fine 2022).

Sugli invii, la linea è di continuità rispetto a quanto disposto dal precedente Esecutivo. Proprio all’inizio del prossimo anno potrebbe arrivare sul tavolo del governo il sesto decreto aiuti all’Ucraina: stavolta la necessità manifestata da Kiev, con l’arrivo dell’inverno e l’intensificazione dei bombardamenti ai punti strategici, è quella di avvalersi di sistemi missilistici di difesa aerea per proteggere le infrastrutture del paese dagli attacchi russi che arrivano dal cielo.

Sono diversi le ipotesi in campo: dall’Italia potrebbero arrivare sistemi anti-droni oppure i cosiddetti ‘Aspide’ mentre una terza ipotesi – allontanata da alcune difficoltà nel procurare i componenti – sarebbe quella di fornire il sistema ‘Samp/T,’ molto più avanzato ma anche più raro e per questo difficile da reperire.

La possibilità di un sesto pacchetto di aiuti riguarderebbe eventualmente un nuovo decreto, che verrebbe secretato e prevederebbe un passaggio al Copasir: il provvedimento, come ha più volte ribadito il ministro della Difesa, Guido Crosetto, passerebbe quindi in ogni caso per il Parlamento.

Con la fornitura dello Skyguard-Aspide, l’Italia garantirebbe un’arma dall’elevata mobilità tattica, anche se di vecchia generazione: si tratta di un sistema missilistico terra-aria a corta portata contro la minaccia aerea condotta alle basse e bassissime quote. Potrebbe invece essere soltanto rinviata la fornitura a Kiev del sistema ‘Samp/T’, un’ipotesi che era stata presa in considerazione e che, almeno per ora, sembra allontanarsi a causa di problemi tecnici nel comune programma di difesa missilistica portato avanti assieme alla Francia.

Il ‘Samp/T’ è un sistema missilistico a media portata adatto ad operare in condizioni in cui ci sono ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea, ha elevata mobilità e possibilità di adeguare il dispositivo ai tempi dell’eventuale manovra. L’attuale versione ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio.

Le nostre forze armate – a quanto emerge dalle fonti pubbliche ufficiali dell’Esercito – ne hanno in dotazione cinque batterie presso il quarto reggimento artiglieria controaerei in Mantova che, dall’entrata in servizio del sistema nel 2013, sono state impiegate in molteplici attività operative ed addestrative. Fra il 2015 ed il 2016 un’unità Samp/T è stata anche schierata a Roma per la sorveglianza dei cieli della Capitale in occasione del Giubileo straordinario.

Ad oggi la Difesa italiana ha anche inviato quattro membri delle Forze armate in Germania nell’ambito del gruppo europeo addestramento che, in questo momento, sta pianificando i possibili cicli addestrativi da svolgersi in futuro per militari ucraini. Alcune settimane fa infatti il Consiglio Ue aveva lanciato la missione di assistenza militare dell’Unione, ‘Eumam’, per sostenere e fornire addestramento a un massimo di 15mila membri delle forze armate ucraine.

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