Nuoto: Paltrinieri guida l’Italia a Melbourne: “Siamo fortissimi”

Gregorio Paltrinieri alza le braccia dopo la gara.
Gregorio Paltrinieri dopo la gara. (ANSA)

ROMA. – Anche i cyborg hanno bisogno di far riposare i loro circuiti. Gregorio Paltrinieri, che nel corso degli anni ha abituato i tifosi italiani a prestazioni inumane e a recuperi da robot, dopo i trionfi della scorsa estate ha fatto ricaricare le pile a lungo, come non faceva da tempo. Adesso, alla vigilia dei Mondiali in vasca corta che si terranno a Melbourne dal 13 al 18 dicembre, il fuoriclasse azzurro (campione mondiale in carica nei 1500 metri stile libero) ha raccontato all’ANSA le sue sensazioni per il proprio sesto appuntamento iridato in carriera nelle vasche di 25 metri.

“Sarà l’ultima gara dell’anno: dopo un’estate piena di successi mi sono preso un bel periodo di stacco, di tre-quattro mesi, pensando anche alla prossima estate in cui non mi fermerò mai”, esordisce il campione di Carpi. Il 2023 sarà una stagione all’insegna dell’intensità, con il Mondiale di Fukuoka come appuntamento principale. Ma adesso testa a Melbourne, perché la vasca corta non va sottovalutata.

“Sui 25 metri, entrano in gioco altri fattori – spiega Greg – Innanzitutto le vasche da fare sono il doppio. Chi ha una virata forte è avvantaggiato, perché le spinte da dare al muro sono di più. Non è detto che chi va forte sui 50 metri lo faccia anche sui 25”. Paltrinieri ha anche detenuto il record del mondo dei 1500 sl in vasca corta (agli Europei 2015), “ma nulla è scontato”.

Greg ripercorre poi mentalmente, a volo d’uccello, tutti i Mondiali in vasca corta già disputati. Il primo fu Istanbul 2012: “Ero giovanissimo e arrivai secondo – ricorda – A distanza di mesi squalificarono il primo, ma lui fece ricorso e vinse, non so bene come… Per otto mesi non capii il colore della mia medaglia…”. Poi arrivò Doha 2014, col primo e unico mondiale di Paltrinieri in vasca corta sui 1500 (“Feci molto bene, anche record europeo”).

A Windsor, in Canada nel 2016, le fatiche dell’Olimpiade di Rio si fecero sentire e l’italiano vinse un argento di cui non fu soddisfatto, “a differenza del secondo posto di Hangzhou 2018, dove disputai una gran gara, battuto solo da Romanchuk per un soffio”, prosegue. L’anno scorso, ad Abu Dhabi, la sua prestazione peggiore ai Mondiali in vasca corta, quarto posto e fuori dal podio.

Il focus torna su Melbourne, dove l’Italia è arrivata con grandi aspettative dopo le tante medaglie di Budapest e Roma: “Siamo tra le nazionali più forti al mondo. Questo ci carica di responsabilità, ma siamo consci di quello possiamo fare. Non mi aspetto di meno di quanto visto questa estate: siamo eclettici, competitivi”, dice Gregorio con convinzione.

Peccato per l’assenza di un elemento importante come Lorenzo Zazzeri, che si sta riprendendo da uno choc anafilattico: “Mi dispiace per quanto successo, ‘Zazza’ sta passando un momento difficile. Lui è un elemento importante per tutte le gare di velocità e le staffette, ma la salute viene prima di tutto”.

La leggenda australiana Ian Thorpe a luglio definì Paltrinieri ‘un campione’; la voglia di rivalsa degli oceanici padroni di casa si sentirà: “Saranno molto numerosi, sono tra i migliori del pianeta. Gli Usa sono i più forti, noi ce la giocheremo in tante gare”.

Finiti i Mondiali, Paltrinieri si prenderà un briciolo di relax per Natale (“Starò con genitori e famiglia”) e Capodanno (“Me ne vado a New York con la mia ragazza e miei amici”), poi ai primi di gennaio sarà di nuovo nell’acqua clorata. Perché c’è un altro Mondiale (“Prima spostato, poi cancellato, poi rimesso”) da preparare e vincere: “Sicuramente quello di Fukuoka è l’evento più importante dell’anno, visto che nel fondo già qualifica per le Olimpiadi di Parigi”, conclude il campione azzurro.

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