Sánchez spinge per l’H2Med insieme ad alleati europei

Pool Moncloa/Fernando Calvo y Borja Puig de la Bellacasa
Pool Moncloa/Fernando Calvo y Borja Puig de la Bellacasa

MADRID — Pedro Sánchez sogna una Spagna “punto di riferimento mondiale nell’ambito dell’idrogeno”. Ed è per questo che, insieme all’Unione Europea e ai governi di Francia e Portogallo, si dice pronto a spingere sull’acceleratore per la promozione del progetto H2Med, una “interconnessione” energetica fra i tre Paesi che il premier spagnolo presenta come “il primo grande corridoio” per questo elemento chimico nel continente. In un vertice a quattro tenutosi in mattinata ad Alicante, i leader chiamati in causa hanno approfondito i discorsi riguardanti questa iniziativa, che potrebbe diventare operativa entro il 2030 grazie anche a fondi comunitari.

“La scommessa su questo corridoio è una notizia eccellente per Francia, Portogallo e Spagna”, ha affermato Sánchez in una dichiarazione congiunta insieme alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, al presidente francese Emmanuel Macron e al primo ministro portoghese Antonio Costa. “Fondamentalmente, è una notizia straordinaria per l’Europa nel suo insieme, perché garantirà più sicurezza e autonomia strategica”, ha aggiunto.

Il progetto in questione, ribattezzato di recente H2Med, è frutto di discussioni fra i Paesi coinvolti partite mesi fa, in un momento di incertezza riguardo alle conseguenze della guerra in corso in Ucraina sul fronte energetico. Nell’ottica di migliorare l’interconnettività europea per il trasporto di materie prime come il gas, Sánchez aveva provato, con la collaborazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz, a convincere Macron per rispolverare un vecchio progetto poi abbandonato, quello di costruire un nuovo condotto attraverso i Pirenei. Ma lo scarso entusiasmo di Parigi su questa proposta ha portato poi a studiare alternative.

A ottobre scorso, Sánchez, Macron e Costa hanno annunciato un accordo politico per la costruzione di un condotto tra Barcellona e Marsiglia, in modo da favorire la connessione energetica tra Penisola iberica e il resto d’Europa. È a partire da allora che l’idrogeno, da molti considerato fondamentale per un cambio di modello energetico in futuro, ha assunto un ruolo chiave. “L’idrogeno è un fattore di svolta per l’Europa”, ha detto oggi Von der Leyen. “Produrremo dieci milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’Ue entro il 2030. E prevediamo di importare altri 10 milioni di tonnellate”, ha aggiunto, spiegando poi che l’H2Med “va nella giusta direzione”.

Secondo quanto spiegato da Sánchez, il nuovo corridoio permetterà di fornire “il 10% del consumo” di idrogeno necessario per l’Ue a partire dall’inizio del prossimo decennio e sarà composta da “due tracciati”, uno tra Celorico da Beira (Portogallo) e Zamora (Spagna) e uno tra Barcellona e Marsiglia. Il costo complessivo di queste infrastrutture potrebbe raggiungere i 2,85 miliardi di euro circa. 

Proprio su questo aspetto si concentrerà in parte il lavoro dei governi coinvolti nelle prossime settimane: l’obiettivo è di ottenere da Bruxelles il co-finanziamento di circa la metà dell’importo totale necessario per realizzare l’opera. “L’Ue farà parte di questa storia di successo”, ha detto Von der Leyen. Da parte loro, sia Macron sia Costa hanno insistito sulla “coerenza” del progetto rispetto alla strategia collettiva europea in materia. Secondo il presidente francese, il progetto risponde a tre obiettivi: quello ecologico, quello dell’industrializzazione e quello legato all’autonomia energetica. Costa, invece, ha ribadito che è necessario continuare a diversificare il mercato per ottenere indipendenza energetica.

La riunione sull’H2Med ha anticipato il vertice dei Paesi del Med9 ospitato dalla Spagna ad Alicante. All’ultimo momento, è stato annunciato il forfait della premier italiana Giorgia Meloni a causa di un’influenza. Al suo posto, l’incaricato di rappresentare Roma è il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

L’occasione sarebbe dovuta risultare utile anche per un primo, breve, bilaterale tra Meloni e Sánchez. I due leader hanno comunque mantenuto una conversazione, secondo quanto affermato dal secondo su Twitter. “Il rapporto storico che unisce Italia e Spagna è fondamentale per riaffermare l’importanza dei Paesi del sud in Europa”, ha affermato il premier spagnolo.

Dai leader presenti al vertice, è emersa in particolare una sostanziale unità di intenti per quanto riguarda l’urgenza dei problemi di gestione della crisi energetica in corso. “Siamo d’accordo sull’importanza di raggiungere una più ampia dimensione di solidarietà europea su energia elettrica e gas, anche attraverso acquisti e stoccaggi comuni e rafforzando le interconnessioni energetiche per ottimizzare la diversificazione di fornitori e fonti di energia”, si legge in una dichiarazione congiunta.

Sánchez, ad esempio, ha sottolineato che c’è necessità di stabilire un meccanismo europeo per un tetto al prezzo del gas “dinamico e veramente effettivo”. Inoltre, ha sostenuto che i Paesi del sud dell’Europa possono ricoprire la funzione di ‘hub’ in favore di quelli “particolarmente colpiti” dal “ricatto energetico” messo in atto dalla Russia di Vladimir Putin come effetto collaterale alla guerra in Ucraina.

Concetto ripreso anche da Tajani. “L’Italia vuole essere uno degli hub d’Europa per rilanciare la nostra strategia energetica”, ha detto, facendo poi riferimento in particolare a un progetto supportato dall’Unione Europea che riguarderà la Tunisia.
Altri temi toccati sono stati quelli delle regole fiscali europee e della transizione ecologica in risposta alla crisi climatica globale. Minori, invece, i riferimenti alla questione dei migranti.

Redazione Madrid

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