Governo: più tempo per Superbonus, si lavora a sblocco crediti

L'impalcatura su una facciata di un edificio a Napoli ristrutturata con i benefici fiscali del superbonus,
L'impalcatura su una facciata di un edificio a Napoli ristrutturata con i benefici fiscali del superbonus, 22 ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Si avvicina la soluzione sul Superbonus. Il governo è pronto a concedere più tempo per poter ottenere la detrazione piena. E allo stesso tempo lavora per trovare una soluzione all’enorme problema dei crediti incagliati. Un nodo su cui l’Ance, l’associazione dei costruttori, resta in pressing, difendendo la bontà della proposta avanzata insieme all’Abi.

Il primo passo avanti arriva sulla proroga dei tempi per poter beneficiare del Superbonus al 110% senza la tagliola al 90% prevista dal decreto Aiuti quater. Si lavora ad un emendamento del relatore o del governo che dovrebbe prevedere la proroga del termine di presentazione della Cilas (Comunicazione di inizio lavori per il superbonus) dal 25 novembre al 31 dicembre 2022 fermo restando che le assemblee condominiali dovranno aver deliberato entro i termini indicati nel decreto aiuti quater, cioè entro il 25 novembre 2022.

L’ipotesi della proroga sembrava tramontata, dopo la chiusura arrivata nei giorni scorsi dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari. Che ci fosse qualche spiraglio sul tema è invece apparso chiaro in mattinata. “Sul Superbonus ci sono buone notizie”, ha annunciato la presidente dei senatori di Fi Licia Ronzulli al termine del vertice a Palazzo Chigi sulla manovra. “C’è una cabina di regia – ha spiegato l’esponente azzurra -, un tavolo tecnico che sta lavorando. Arriverà credo un emendamento del governo, del Mef, su questo che andrà nella direzione chiesta da Forza Italia quindi sicuramente sulla proroga al 31 dicembre e anche una soluzione per la cessione dei crediti incagliati”.

La soluzione che prende forma per sbloccare i crediti partirebbe dall’emendamento a prima firma Lotito (Fi), che sarebbe al momento all’esame anche di Palazzo Chigi. La proposta prevede che i crediti siano da considerare “come attribuiti al fornitore che ha applicato lo sconto sul corrispettivo e ai cessionari a titolo originario ed indipendentemente dalla spettanza della detrazione di imposta a favore del relativo beneficiario”.

Quindi, si legge nel testo, i crediti “vanno sempre considerati come esistenti, pienamente spettanti e legittimamente compensabili da parte del fornitore e dei cessionari”. Sui crediti cerca una “soluzione non traumatica”, spiega il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti, facendo capire che il nodo è anche economico: “ci sono impatti allo Stato incompatibili con gli equilibri di finanza pubblica”.

Sul tavolo c’è anche la proposta Ance-Abi, sostenuta da diversi partiti di maggioranza, che fa perno sullo strumento degli F24. “Non vediamo altra strada per risolvere” il problema, afferma la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, che su presunte perplessità del Mef puntualizza: “Non è onerosa”. Intanto i numeri del superbonus continuano a correre. Al 30 novembre, secondo i dati dell’Enea, il totale degli investimenti ammessi alla detrazione è salito a 58,11 miliardi (dai 55 di fine ottobre) e le detrazioni totali a carico dello Stato previste a fine lavori sfiorano quota 64 miliardi (63,92 miliardi da 60,5 miliardi di fine ottobre).

(di Enrica Piovan/ANSA)

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