Presidente Mattarella: “Il futuro dell’Italia è legato al Pnrr”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla prima edizione di “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome”
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla prima edizione di “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome” (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

MONZA. – Al Pnrr è legato “il futuro del Paese ben oltre il termine della sua attuazione, fissato al 2026”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sceglie il podio di “Italia delle Regioni”, il primo festival della Conferenza delle Regioni e delle province autonome nella Villa Reale di Monza, per ribadire la centralità che questo programma europeo assume per le prospettive del nostro Paese. Ma il capo dello Stato va oltre, osservando che si tratta di un impegno che l’Italia ha “assunto in sede europea e che va, ovviamente, onorato”.

Mattarella chiaramente non interviene nel dibattito su se o su come debba essere modificato il Piano: non tocca assolutamente a lui interloquire con il governo su scelte che competono esclusivamente all’esecutivo e a Bruxelles. Tuttavia, per la prima volta affronta con maggiore ampiezza questo tema, legandolo in qualche modo all’argomento centrale del convegno, ovvero il rapporto tra Stato e regioni e il modo migliore per sviluppare l’autonomia nell’ottica di colmare lo storico divario tra nord e sud.

Un’autonomia differenziata, che, ribadisce Mattarella con grande vigore, deve essere sviluppata garantendo i diritti civili e sociali di tutti i cittadini italiani. Parlando dopo il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, e il suo vice, Michele Emiliano, Mattarella prima loda il ruolo che le Regioni hanno svolto durante la drammatica fase della pandemia, quindi osserva che entrambi “hanno manifestato un atteggiamento aperto sul tema della differenziazione delle competenze regionali, purché questa avvenga attraverso la contestuale considerazione e attuazione del dettato costituzionale, tenendo insieme lo sviluppo dell’autonomia con la garanzia, estesa all’intero territorio nazionale, dei diritti civili e sociali, nonché con adeguata attenzione alle esigenze perequative”. Elementi – nota Mattarella – che non costituiscono “limiti o correttivi della autonomia ma ne sono caratteri propri”.

Alla tutela dei diritti sociali e al superamento delle diseguaglianze territoriali, il capo dello Stato lega anche il successo dell’implementazione del Pnrr: “I massicci finanziamenti erogati dalla Commissione europea sono destinati esattamente ad accelerare l’infrastrutturazione del Paese colmando i divari a partire da quello tra il Nord e il Meridione”.

Il presidente ammette che esiste “un’ampia condivisione” sulla necessità di completare il programma di riforme e “far crescere l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’uguaglianza”. “Dinanzi a sfide di questa portata – ammonisce – è richiesto l’impegno convergente delle istituzioni e di tutte le forze politiche e sociali. Un impegno che abbiamo assunto in sede europea e che va, ovviamente, onorato”.

Il Capo dello Stato ammette che esistono “difficoltà”, soprattutto dal punto di vista burocratico, anche tenuto conto che le ristrettezze di bilancio hanno “ridotto le assunzioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. Detto ciò, ribadisce che si tratta di un’occasione storica. E fa sue le parole del presidente della Conferenza delle Regioni: “Opportunamente il Presidente Fedriga ha definito il PNRR “un momento straordinario di potenziale sviluppo del nostro Paese”.

Seguendo questo ragionamento, Mattarella sottolinea che “la leale collaborazione e la disponibilità al dialogo, al confronto e alla collaborazione che le regioni manifestano meritano di essere fatte propri da tutti nell’interesse dell’Italia”. Come dire, avverte il Colle, che il successo del Pnrr riguarda tutti, senza distinzioni politiche, istituzionali o territoriali.

(dell’inviato Marcello Campo/ANSA)

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