Sánchez chiede a Putin di “lasciare in pace l’Ucraina”

Sanchez-Asamblea Parlamentaria Otan_Pool Moncloa/Fernando Calvo
Sanchez-Asamblea Parlamentaria Otan_Pool Moncloa/Fernando Calvo

MADRID — Lasciare l’Ucraina “in pace”. È il principale messaggio rivolto oggi al presidente russo Vladimir Putin dal premier spagnolo, Pedro Sánchez, in un intervenento all’Assemblea Parlamentare della Nato, che in questi giorni si è riunita per la sua 68esima sessione annuale a Madrid. “Fino a quando questo non avverrà, rimarremo tutti uniti al fianco dell’Ucraina nella sua lotta per la libertà”, ha aggiunto il premier, in un discorso seguito da quelli del segretario generale della Nato, Jens Stoltelberg, e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il leader del Paese attaccato da Mosca, da parte sua, ha chiesto agli alleati più armi, sanzioni e “aiuti finanziari” per riuscire a sconfiggere i nemici.

“Sarebbe cosa buona che oggi, di nuovo, qui da Madrid, lanciassimo fra tutti un messaggio ben chiaro a Vladimir Putin: che lasci in pace l’Ucraina, rispetti la sua integrità territoriale, la sua sovranità nazionale e la sua facoltà di decidere in modo libero sul proprio futuro”, ha detto Sánchez nel suo intervento, ricordando poi, tra altre cose, che la Spagna partecipa a un’indagine internazionale per far luce su eventuali crimini di guerra commessi in Ucraina. “Poche settimane fa è arrivato lì il team che preparerà il lavoro delle unità della polizia spagnola in appoggio alle autorità ucraine”, ha spiegato l’ospite dell’ultimo vertice dei leader della Nato, tenutosi a fine giugno proprio nella capitale spagnola.

Come novità di giornata, il premier spagnolo ha dato dettagli sul contributo accordato da Madrid per “partecipare alla missione di addestramento europea” Eumam rivolta a militari ucraini: a partire da fine novembre, se va tutto come previsto, sarà operativo un “centro di addestramento” situato a Toledo, ha assicurato.

Incentrati sulle necessità di rafforzare gli impegni in termini di politiche per la Difesa anche gli interventi di Stoltenberg e Zelensky, quest’ultimo collegatosi a distanza. “Mi aspetto un impegno da parte degli Alleati per aumentare le spese di difesa al vertice di Vilnius”, ha detto il segretario generale della Nato in dichiarazioni riprese dall’Ansa. “Le ambizioni saranno incrementate in un modo o nell’altro, il mondo ora è più pericoloso. Anche gli alleati che sono sotto il 2% del Pil ora sostengono di voler spendere di più e credo che il 2% sarà il minimo, non il tetto”, ha aggiunto.

Il presidente ucraino, da parte sua, ha spiegato che il suo Paese “ha bisogno” di “sistemi di difesa aerea e anti-missili in quantità e di qualità sufficienti” e ha definito “un’ingiustizia” la “separazione” della nazione dall’Europa. “Il nostro popolo condivide esattamente i vostri stessi valori”, ha detto, sottolineando che l’Ucraina “non permetterà” che le venga sottratto “neanche un centimetro” del proprio territorio.

“Mi piacerebbe che i vostri Parlamenti riconoscano la Russia come uno Stato terrorista”, ha poi detto Zelensky: un appello raccolto dall’Assemblea Parlamentare della Nato, che in una delle sue risoluzioni approvate oggi ha chiesto ai Paesi dell’Alleanza atlantica di “affermare chiaramente che lo Stato russo, con l’attuale regime, è uno Stato terrorista”, come spiegato parlamentare slovacco Tomáš Valášek. “I leader russi si comportano come veri terroristi, mostrando una barbarie senza precedenti con attacchi su civili e infrastrutture civili”, ha dichiaratato la senatrice francese Joëlle Garriaud-Maylam, eletta come nuova presidente di questo organo di rappresentanza internazionale.

L’assemblea ha anche esortato i governi ad “aumentare il sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina e li ha sollecitati ad “iniziare una pianificazione globale di aiuti simile al Piano Marshall per la ricostruzione” del Paese attaccato da Mosca. Altri temi trattati sono stati quelli del cambiamento climatico e degli attacchi cibernetici.

Redazione Madrid

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