Migranti, il ministro dell’Interno sotto pressione per la tragedia di Melilla

MADRID — Sotto pressione. Il Ministero dell’Interno spagnolo diretto da Fernando Grande-Marlaska ha ricevuto una pioggia di critiche da diversi fronti politici in riferimento alla tragedia migratoria avvenuto lo scorso giugno alla frontiera di Melilla, dove morirono almeno 23 persone nella calca, cercando di entrare in territorio spagnolo. Un caso tornato d’attualità dopo che la versione ufficiale fornita da Madrid su quei fatti è stata messa in dubbio da inchieste giornalistiche e da deputati spagnoli. A criticare la gestione di questo episodio non è solo l’opposizione, che ha chiesto le dimissioni di Marlaska, ma anche partner di governo e di maggioranza parlamentare, che chiedono chiarimenti su quanto avvenuto. “Sui diritti umani non si scherza”, ha dichiarato oggi a media la vicepremier Yolanda Díaz, rappresentante nel governo di Unidas Podemos.

Marlaska ha sempre sostenuto che il 24 giugno, giorno della tragedia di Melilla, le forze dell’ordine spagnole hanno agito in modo “proporzionale” e “legale”. Inoltre, ha smentito a più riprese che ci siano state morti in territorio spagnolo, dove riuscì a penetrare solo una parte degli oltre 1.500 migranti che tentarvici in massa. “Nessun fatto tragico è avvenuto in territorio spagnolo”, ha ribadito ieri in risposta a giornalisti.

Ma un documentario trasmesso dalla BBC e immagini della Guardia Civil spagnola analizzate da un gruppo di deputati spagnoli, membri della commissione parlamentare per gli Interni, mettono in dubbio questa versione. “Tutto sembra indicare che ci sono stati morti nell’area controllata dalle autorità spagnole”, ha dichiarato Enrique Santiago di Unidas Podemos.

Dopo che sono emersi tali dubbi, e mentre procura e Difensore civico continuano ad indagare su cosa sia avvenuto il 24 giugno a Melilla, la pressione politica sul ministro dell’Interno è andata in crescendo. “Marlaska deve dimettersi per aver mentito”, sostiene il Partito Popolare, principale partito dell’opposizione. “Prima ha detto che non c’erano state vittime sul suolo spagnolo, ora, messo alle strette, dice che non c’è stato nessun evento tragico sul territorio spagnolo. La prossima mossa, ed è meglio oggi che domani, sarà ammettere la realtà e prendere la porta”, ha dichiarato Elías Bendodo, coordinatore generale dei popolari.

Ad alzare il tiro anche Esquerra Republicana, uno dei partner parlamentari abituali del governo. “Deve dare spiegazioni, e se non lo fa, allora si dovrà dimettere”, ha affermato il portavoce di questo partito catalano, Gabriel Rufián, in dichiarazioni riprese da RTVE. “Esigiamo trasparenza”, ha aggiunto alla stessa tv Jaume Asens, presidente di Unidas Podemos (partner di coalizione nel governo). “Sono fatti sufficientemente gravi da rendere necessaria una commissione d’inchiesta parlamentare”.

Ieri, Marlaska si è comunque mostrato sicuro della propria posizione. “Darò tutte le spiegazioni che vengano ritenute necessarie”, ha affermato.

Redazione Madrid

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