Midterm: Gop avanti alla Camera, Senato in bilico

Persone votando in un seggio elettorale in San Francisco, California..
Persone votando in un seggio elettorale in San Francisco, California.. (EPA/JOHN G. MABANGLO)

WASHINGTON. – A poche ore dalla chiusura dei seggi per le elezioni di Midterm, i repubblicani avanzano lentamente verso la conquista della Camera mentre il Senato resta in bilico, appeso a sfide ancora testa a testa come quelle in Pennsylvania tra il vice governatore dem John Fetterman e il chirurgo Mehmet Oz e in Georgia tra il reverendo dem Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker.

Per ora però non si è materializzata quell’ondata rossa in cui sperava il Grand Old Party e i democratici sembrano aver evitato almeno la catastrofe. Secondo gli ultimi dati aggiornali, il partito dell’Elefante ha strappato sei seggi alla Camera (solo 1 i dem), mentre nella Camera alta è parità (46 a 46 con 8 Stati ancora da assegnare). Si teme che occorrerrano forse giorni per avere i risultati finali, mentre incombe il rischio di un nuovo caos e di nuove cause, come quelle che hanno minacciato i repubblicani.

A sollevare i primi sospetti è stato Donald Trump dopo una serie di problemi tecnici verificatisi in due stati in bilico, Arizona e Michigan. “Sta accadendo la stessa cosa che successe nel 2020 con i brogli elettorali?”, ha chiesto sul suo social Truth, puntando il dito contro le disfunzioni a Detroit e nella contea di Maricopa (che comprende Phoenix), dove è stato respinto un ricorso del Grand Old Party per posticipare la chiusura dei seggi.

In queste elezioni c’è però già un grande vincitore, l’italo-americano Ron DeSantis, riconfermato a valanga governatore di una Florida sempre meno swing state e sempre più rosso Gop. Un “successo storico”, come lo ha definito lui stesso, che rafforza le sue ambizioni presidenziali facendolo entrare in rotta di collisione con Trump, che lo ha ‘dimenticato’ nelle congratulazioni e ha fatto sapere di essere pronto a spiattellare “cose non belle” su di lui perché lo conosce “più di chiunque altro, forse più di sua moglie”.

Il tycoon attende comunque di misurare la sua presa sul partito con le vittorie dei suoi candidati. E se gli è andata bene in alcuni duelli, come con il finanziere-scrittore JD Vance, salito alle cronache per il suo libro divenuto poi un film su Netflix ‘Hillbilly Elegy’, in Pennsylvanya ha preso un sonoro ceffone con la sconfitta del suo alleato (negazionista) Doug Mastriano, battuto dall’attorney general dem Josh Shapiro nella corsa a governatore.

Il partito dell’Asinello vince la gara per il governatore anche nei feudi della California con Gavin Newsom (come previsto) e di New York con Kathy Hochul (tra qualche difficoltà) ma la perde in Georgia con Stacey Abrams, sconfitta per la seconda volta da Brian Kemp (un repubblicano ostile a Trump).

Un flop in serie che si aggiunge a quello di Beto O’Rourke nella corsa in Texas per il Senato, terza debable consecutiva in 4 anni. Tanti i primati di questa tornata elettorale: tra gli altri la dem Maura Healey, prima donna e prima candidata apertamente gay ad essere eletta governatrice del Massachusetts, il dem Wes Moore primo governatore afroamericano del Maryland, il 25enne Maxwell Alejandro Frost primo membro della generazione Z ad ottenere un posto al Congresso, tutti del partito democratico.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

Lascia un commento