Tragedia di Melilla, la versione del governo spagnolo messa in dubbio

La barriera di Melilla al confine con la Spagna
La barriera di Melilla al confine con la Spagna. EPA/BLASCO DE AVELLANEDA

MADRID — “Corpi inerti” in “territorio sotto controllo spagnolo”. È questo uno dei principali elementi messi in evidenza dopo una visita di deputati alla zona di frontiera tra il Maorcco e l’enclave di Melilla dove, lo scorso 24 giugno, almeno 23 persone morirono nella calca mentre tentavano di entrare con altre centinaia di migranti in territorio europeo. La delegazione, composta tra altri da esponenti di Unidas Podemos, Esquerra Republicana, EH Bildu e Partito Popolare, cercava in particolare risposte su un episodio ancora avvolto da nubi di incognite: dopo la visione di immagini raccolte dalla Guardia Civil, dai deputati trapelano forti dubbi sulla versione sinora fornita ufficialmente dal governo spagnolo, secondo cui le forze dell’ordine agirono allora in modo completamente “legale” e non ci fu “nessun morto” in territorio spagnolo.

“Tutto sembra indicare che ci sono stati morti nell’area controllata dalle autorità spagnole”, ha dichiarato ad esempio il deputato di Unidas Podemos Enrique Santiago, parlando con giornalisti dopo la visita alle infrastrutture frontaliere di Melilla. “Appaiono corpi che potrebbero essere di morti o feriti”, ha aggiunto Jon Iñárritu de EH Bildu. Diversi media, tra cui El País, si sono fatti eco di quanto visto dai parlamentari, ricostruendo il contenuto delle immagini consegnate loro.

Le affermazioni dei deputati alimentano i sospetti riguardo a quanto accadde il 24 giugno scorso già fatti emergere, giorni fa, da un documentario della tv britannica Bbc. Un reportage che si aggiunge alle diverse denunce mosse da ong riguardo a presunti abusi e omissione di soccorso delle autorità nella gestione di quella tragedia migratoria. Alcune organizzazioni umanitarie sostengono, inoltre, che ci sono stati più decessi di quelli notificati dal Marocco.

Secondo le versioni ufficiali dei fatti, le morti dei migranti sono avvenute in territorio marocchino. Mentre Polizia Nazionale e Guardia Civil spagnola hanno agito in modo “proporzionale” e “conforme alla legislazione vigente”, stando a quanto dichiarato a più riprese dal ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska, difeso a spada tratta dal premier Pedro Sánchez dopo esser finito nella bufera per la gestione di questo caso.

Diversi dei deputati che hanno partecipato al viaggio a Melilla, tutti membri della Commissione parlamentare per gli Interni, chiedono a Marlaska chiaramenti su quanto avvenuto il 24 giugno. Sull’episodio indagano anche, in Spagna, la procura e il Difensore Civico, secondo cui 470 persone entrate in territorio spagnolo furono respinte sul posto senza rispettare i procedimenti legali corrispondenti.

Molti dei migranti protagonisti di quel tentativo disperato di accesso di massa in Spagna provenivano, secondo ong, dal Sudan, un Paese martoriato da anni di gravi conflitti e instabilità politica.

Redazione Madrid

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