Presidente Mattarella: “Non possiamo arrenderci. Pieno sostegno a Kiev”

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di consegna delle insegne dell’Ordine Militare d’Italia, nella ricorrenza del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate
Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di consegna delle insegne dell’Ordine Militare d’Italia, nella ricorrenza del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate. (Ufficio Stampa Presidenza della Repubblica)

ROMA. – “La guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina sta riportando indietro di un secolo l’orologio della storia. Non possiamo arrenderci a questa deriva. Da qui il sostegno senza riserve a Kyiv”. Con una frase, rivolta ai vertici della Difesa e delle Forze armate riunite al Quirinale, Sergio Mattarella ribadisce la linea dell’Italia rispetto al conflitto in Ucraina.

Poche parole senza sbavature che confermano quale sia la posizione del presidente della Repubblica, nonché capo delle Forze armate, sulla fermezza da mantenere rispetto all’aggressione di Mosca. Il capo dello Stato, alla vigilia del 4 novembre (Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate) ha consegnato, in una cerimonia al Quirinale, le decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia.

Presente il neo-ministro della Difesa Guido Crosetto, il presidente ha, in sostanza, riconosciuto le ragioni inderogabili della pace ma ha parlato molto della necessità di non incrinare il fronte occidentale con distinguo e sfumature tali da indebolire la posizione del governo di Kiev.

Mattarella ha sottolineato come la premessa per tutti sia il valore di chi “sposa, con risolutezza, la causa del dialogo e della cooperazione, senza mai rinunciare alla pacata e salda difesa dei principi su cui si basa quell’ordinamento internazionale, ispirato alla eguaglianza tra Stati e popoli, che caratterizza l’Organizzazione delle Nazioni Unite”.

Principi quindi, che non devono mai essere persi di vista anche nei momenti più difficili, anche di fronte ai prezzi che si possono pagare per difenderli. “Il contesto internazionale è gravido di preoccupazioni”, aggiunge il suo presidente che chiede, e lo fa da tempo, una riforma della Difesa italiana: ormai ci serve “uno Strumento militare altamente flessibile e fortemente integrato nella sua dimensione interforze, oltre che organicamente coordinato in ambito Nato e, auspicabilmente, nell’ambito dell’Unione Europea. Capace di intervenire con prontezza, in aderenza a quanto disposto dalle nostre istituzioni democratiche”.

Senza dimenticare che “l’Italia contribuisce con generosità, sia nell’Alleanza Atlantica sia nelle missioni decise dalla comunità internazionale, alle operazioni di mantenimento della pace: e lo fa – ricorda Mattarella – con oltre 6400 militari in più di 36 operazioni militari fuori dai confini nazionali”. Si tratta di un contributo “rilevantissimo alla autorevolezza del nostro Paese nei diversi consessi internazionali nei quali si esprime la nostra presenza; accanto alla affermazione, sovente, di un modello italiano di “peace-keeping” che viene riconosciuto nella sua validità da tutti gli interlocutori”.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

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