Rave, Antigone: pericolo è ampia repressione del dissenso

ROMA, 02 NOV – “La norma penale introdotta per contrastare i rave party assomiglia ad una norma in bianco, una fattispecie non tassativa e non ispirata a principi di necessità, offensività e proporzionalità, che è ciò che dovrebbe invece accadere all’interno di un diritto penale di impronta liberale”. È il commento dell’associazione Antigone, secondo la quale “si può ravvisare una delega totale alle forze di Polizia che, sul campo, dovranno decidere se c’è violazione della norma o meno”. “Una discrezionalità ampia e pericolosa – afferma l’associazione in una nota – perché ampie e pericolose sono le fattispecie che potrebbero finire sotto l’ombrello del nuovo articolo 434-bis: dall’occupazione di fabbriche da parte dei lavoratori a rischio licenziamento, a quello delle scuole superiori o università che i collettivi di giovani studenti organizzano per richiamare l’attenzione sulle problematiche che riguardano il mondo dell’istruzione, fino a diversi tipi di manifestazioni non autorizzate che, fino a ieri, potevano essere perseguite attraverso l’art 681 c.p. con pene fino a 6 mesi di reclusione e una multa non inferiore a 103 euro”. “Le norma penali – avverte Antigone – spesso vivono al di là delle intenzioni di chi la scrive e, se anche le intenzioni del governo fossero state realmente riferite alla sola fattispecie che riguarda i rave party, una norma così scritta porta invece alla criminalizzazione del dissenso e il restringimento dello spazio civico e democratico attraverso una serie di pene spropositate, comprimendo irragionevolmente le libertà di associazione, riunione e opinione, costituzionalmente tutelate”. Inoltre, semmai dovesse essere applicata, “potrebbe portare all’ingolfamento di tribunali e ad accentuare il sovraffollamento penitenziario. Avremmo bisogno di ulteriori migliaia di posti nel sistema carcerario, con dei costi umani e economici intollerabili. Da spiegare ai cittadini quando si dice che si vuole ridurre il peso fiscale”. (ANSA).