Csm, governo e PP vanno allo scontro politico in campo aperto

MADRID — A muso duro e senza soluzioni in vista a breve termine. Quattro giorni dopo la rottura delle discussioni sul rinnovo del Consiglio Superiore della Magistratura, governo e principale forza dell’opposizione sono allo scontro politico in campo aperto. Da entrambe le parti piovono durissime bordate incrociate, mentre continuano a permanere vigenti incognite su cosa succederà a questo organo di gestione della giustizia, che funziona ad interim da quasi quattro anni, quindi con funzioni limitate. “Si rispetterà la Costituzione”, si è limitata a dire la portavoce del governo Isabel Rodríguez, incalzata da giornalisti che le chiedevano se l’idea è aggirare, con vie alternative, l’attuale rifiuto del Partito Popolare a trovare un patto parlamentare a riguardo, richiesto a gran voce anche da Bruxelles. 

Le parole usate dai portavoce delle due parti oggi è tornato a elevare il livello dello scontro dialettico sui toni più duri. “L’accento va messo sul fatto che è insopportabile che il principale partito dell’opposizione si rifiuti di rispettare la Costituzione”, ha dichiarato ad esempio Rodríguez, dopo l’ennesima domanda su quali siano le intenzioni del governo visto il “no” secco dei popolari alla possibilità di trovare un accordo nell’immediato.

“(Alberto) Feijóo ha dimostrato che con lui non si può neanche fare una partita di parchis (un popolare gioco da tavola), perché non rispetta le regole del gioco”, ha aggiunto, motivi che rendono del presidente popolare un leader “screditato” di fronte “all’opinione pubblica” e “anche di fronte a parte del suo elettorato”. 

In senso opposto le dichiarazioni odierne di Elías Bendodo, coordinatore generale del PP. “(Il premier Pedro) Sánchez è un cattivo spagnolo e un cattivo socialista”, ha sostenuto, aggiungendo che il governo guidato dal PSOE è pronto a “mercanteggiare” con “indipendentisti che vogliono rompere l’unità della Spagna”.

La condizione dei popolari per riprendere il dialogo sul Csm, si legge in un comunicato, è di ottenere una “garanzia scritta” dal governo sul fatto che “le pene per il reato di sedizione non verranno abbassate”. Questo crimine è uno di quelli attribuiti dalla giustizia ai leader catalani condannati nel 2019.

Come ribadito oggi da Rodríguez, l’impegno assunto a suo dal governo in merito è di “omologare” questo reato alle formule di altri Paesi europei. Secondo i socialisti, le condizioni dettate dai rivali sono “scuse” per evitare un accordo, seguendo così le spinte delle ali più “radicali” della formazione.

Nel frattempo, il futuro del Csm e di una parte della Corte Costituzionale rimangono in sospeso visto lo stallo sul fronte politico-parlamentare, chiamato in causa dalla legislazione vigente a dirimere la questione.

Redazione Madrid

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