Lieve aumento della disoccupazione nel terzo trimestre

MADRID — Un tasso di disoccupazione in aumento di 18 centesimi, fino al 12,67%. Ma anche un numero record di persone attivamente impiegate: 20.545.700. Sono due degli ultimi dati trimestrali sul mercato del lavoro pubblicati oggi in Spagna dall’Istituto Nazionale di Statistica (Ine), relativi al periodo luglio-settembre 2022: mentre il premier Pedro Sánchez li ha definitivi “positivi”, per il presidente della Confindustria iberica (Ceoe), Antonio Garamendi, la fotografia mostrata “non è buona”.

Rispetto al trimestre precedente, le persone disoccupate registrate sono 60.800 in più, secondo l’Ine. D’altro canto, rispetto a un anno fa la percentuale è inferiore di 1,9 punti. In altri termini, in 12 mesi sono state impiegate circa 500.000 in più. Nel periodo estivo, a crescere sono stati i posti di lavoro nel settore dei servizi, mentre sono diminuiti nell’ambito dell’edilizia e della costruzione.

Intervistato da Rtve, Garamendi ha affermato in mattinata che i dati riflettono “la grande sofferenza” di piccole e medie imprese, alle prese con le conseguenze della pandemia e dell’impatto economico della guerra in Ucraina. A detta sua, quanto sta avvenendo nell’ambito del mercato del lavoro riflette il rallentamento dell’economia segnalato nelle ultime settimane da diversi organismi internazionali.

Impegnato in un viaggio in Sudafrica, Sánchez si è riferito al tema nel corso di una conferenza stampa. Secondo il presidente, i dati dell’Ine sono invece da intepretare in senso “positivo” perché mostrano un numero di persone con impiego “per la prima volta da anni superiore ai 20 milioni” e un tasso di disoccupazione “inferiore” a quello del momento in cui è arrivato al governo (2018). Rispetto alle prospettive economiche future, il premier ha ribadito un concetto su cui insiste da tempo: “Non bisogna essere né auto-compiacenti o euforici, né catastrofisti”, ha detto.

Sia lo stesso Sánchez, sia i sindacati Ugt e Comisiones Obreras hanno sottolineato poi un altro elemento che emerge dalla statistica odierna dell’Ine: la diminuzione della precarietà, visto che, in 12 mesi, sono stati registrati oltre 1,3 milioni di contratti a tempo indeterminato in più, e quasi 900.000 contratti a tempo determinato in meno.

“Dall’approvazione della nuova riforma del lavoro (fine 2021), è possibile osservare che il lavoro a tempo indeterminato continua ad essere la modalità di assunzione per eccellenza”, si legge in un comunicato di Ugt. In questo modo, aggiunge la nota, si “corregge l’eccessiva precarietà che ha caratterizzato i rapporti di lavoro” in Spagna e si “favorendo la stabilità occupazionale”.

Redazione Madrid

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