Meloni: “Nato indispensabile”. Nuovo attacco da Mosca

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Senato della Repubblica per la discussione sulle dichiarazioni programmatiche del Governo consegnate ieri
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Senato della Repubblica per la discussione sulle dichiarazioni programmatiche del Governo. (Ufficio stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Incassata la fiducia del parlamento, e ormai nel pieno delle sue funzioni, Giorgia Meloni entra nell’arena internazionale per ribadire, ancora una volta, la posizione euro-atlantista dell’Italia in particolare di fronte alla minaccia russa, posizione messa in dubbio più dalle stonate sortite dei suoi alleati che dalle cancellerie occidentali.

“L’Alleanza atlantica è indispensabile per difendere i valori comuni che caratterizzano l’identità occidentale”, ha detto la premier nella prima telefonata al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al quale ha “riaffermato il pieno sostegno all’Ucraina contro l’aggressione di Mosca”.

“Ottima telefonata”, l’ha definita il capo dell’Alleanza, che Meloni spera di incontrare “presto e di persona” mentre a Palazzo Chigi si stanno organizzando i suoi primi viaggi all’estero, che dovrebbero includere proprio Bruxelles, dove ha sede anche la Nato, e Kiev.

Stoltenberg ha quindi sottolineato che “l’Italia è un alleato impegnato che fornisce un solido contributo” e “fondamentale per il sostegno degli alleati all’Ucraina”, un supporto che andrà avanti “fino a quando sarà necessario”.

Da Mosca, che dal governo Draghi a quello Meloni non sembra aver cambiato registro nell’escalation di tensioni con Roma (tacciata appena ieri di atteggiamento “ostile” per aver escluso la Russia da una riunione sul disarmo), è subito arrivato il commento sarcastico cui la diplomazia russa ha ormai abituato le sue controparti.

“Non capisco cosa voglia dire Giorgia Meloni quando dice che l’Italia continuerà a seguire una linea filo-atlantista. In realtà la Nato non prende in considerazione le posizioni dei singoli Paesi membri, la linea è decisa dal principale membro, gli Stati Uniti”, ha replicato all’ANSA la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, definendo sia l’Alleanza che l’Unione europea “una dittatura” dove in fondo comanda solo Washington.

“Dall’Italia sentiamo dichiarazioni diverse, si può dire che ogni forza politica ha il suo punto di vista. E’ la democrazia. Ma quello che conta per noi è la posizione ufficiale del governo”, ha aggiunto Zakharova rispondendo poi a una domanda sugli audio di Silvio Berlusconi, trapelati prima della nascita dell’esecutivo Meloni, nei quali l’ex premier raccontava della sua amicizia ritrovata con Vladimir Putin e criticava Zelensky.

All’ennesima bordata russa, il governo italiano ha risposto a sua volta facendo spallucce: “C’è poco da commentare”, ha detto il ministro per i Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, fedelissimo della premier. “Meloni ha confermato la nostra fedeltà all’Ue e alla Nato, se a Mosca non piace non possiamo farci nulla”, ha spiegato, costretto poi a chiarire di nuovo – stavolta in chiave interna – che sulla guerra in Ucraina “la linea del governo è nettissima e non cambierà”.

Il nuovo grattacapo della maggioranza infatti non sono più le parole già derubricate di Berlusconi, ma l’intervento del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo ieri in Senato: più che sull’invio di armi a Kiev, il leghista aveva spinto per “impostare anche un discorso di negoziati di pace” sui quali sarebbe meglio che decidesse non il governo ucraino, “ma la comunità internazionale nell’interesse dell’Ucraina”.

L’uscita del senatore non è ovviamente piaciuta a Kiev: “In quasi tutti i Paesi ci saranno politici che cercheranno di compiacere Putin”, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko, distinguendo la posizione di Romeo da quella “chiara” di Meloni di fronte all’aggressione russa e “sul diritto indiscutibile degli ucraini di determinare il proprio futuro”.

(di Laurence Figà-Talamanca/ANSA)

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