Daniela Guidi: “Bologna, una città internazionale”

MADRID. – I locali in cui opera Aula Italia sono lo specchio di persone che vanno molto oltre l’insegnamento della lingua italiana. Nell’arredamento, nei dettagli dei quadri che hanno scelto per ogni aula, possiamo leggere l’amore che Daniela Guidi e Federica Freiria sentono per la cultura italiana, quella del passato e quella del presente. Un amore che trasmettono agli alunni nei loro corsi permettendo così a persone diverse di conoscere il meglio del nostro paese.

Inquieta, curiosa, Daniela Guidi è nata a Bologna, città in cui ha trascorso la sua infanzia e giovinezza, ha viaggiato costantemente per migliorare la conoscenza delle lingue e per entrare in contatto con persone nuove e culture diverse, si è trasferita a Madrid per amore e all’insegnamento dell’italiano dedica ormai da molti anni il suo impegno professionale.

 

 

-Sono una classica vittima dell’Erasmus -ci dice con un sorriso- sono arrivata nel 1998 e a Granada, dove studiavo, ho conosciuto mio marito. Madrid ci è sembrata la sintesi perfetta tra le mie origini bolognesi e le sue di Cordova perché era e continua ad essere una città che offre ad entrambi maggiori possibilità di lavoro-.

 

Ha scelto lo studio delle lingue fin da ragazzina quando ha deciso di studiare nel Copernico, un liceo scientifico con sperimentazione linguistica che promuoveva viaggi di studio e scambi con altri paesi.

-Il liceo Copernico mi ha fatto scoprire la passione per le lingue, per i viaggi. Ho iniziato a spostarmi grazie agli scambi che organizzavano e non ho mai più smesso. Appena possibile andavo all’estero, ansiosa di vedere nuovi luoghi e migliorare la conoscenza delle lingue. Sono stata in Inghilterra, in Argentina. Posso dire che ho viaggiato più nei miei primi 30 anni di vita che in tutti gli altri. Senza dubbio ho avuto la possibilità di farlo perché i miei genitori mi hanno assecondato sempre e mi hanno lasciata libera di muovermi, ma anche perché Bologna è una città aperta, internazionale, una città che guarda al mondo e stimola i giovani ad uscire, a viaggiare, a conoscere altre realtà-.

 

Bologna, Piazza Grande
Bologna, Piazza Grance. (Foto di alex1965 da Pixabay)

 

Daniela ha studiato all’Università di Bologna e si è laureata in Lingue e Letterature straniere. Tra le sue specializzazioni c’è anche quella per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. Ha sempre saputo che insegnare l’italiano agli stranieri non era soltanto un possibile sbocco lavorativo ma un cammino per trasmettere, attraverso la lingua, il suo amore per l’Italia, quella che ha espresso eccellenze nei secoli scorsi e che continua a esprimerle ora. Ed è ciò che fa in Aula Italia.

 

-Aula Italia nasce nel 2014 per iniziativa di un gruppo di insegnanti che lavoravamo per il Centro Italiano, un centro culturale che purtroppo è stato chiuso a seguito della crisi. All’inizio eravamo tre socie, ora siamo rimaste due, Federica ed io. Entrambe amiamo il nostro lavoro perché è molto motivante insegnare la nostra lingua a spagnoli appassionati dell’Italia. Sono gruppi eterogenei che si avvicinano per diverse ragioni. C’è chi ne ha bisogno per lavoro, chi per frequentare l’Erasmus in Italia, chi invece lo studia solamente per il piacere di conoscere meglio la cultura del nostro paese o perché vuole mantenersi giovane attraverso l’apprendimento di una lingua. Abbiamo alunni appassionati di lirica, di musica, di arte, di letteratura. Sono soprattutto adulti o adolescenti-.

 

Proprio per rispondere alle esigenze dei suoi alunni, prima che la pandemia bloccasse tutte le attività di gruppo, hanno organizzato eventi molto interessanti e originali.

-Abbiamo organizzato un corso di opera, soprattutto del Risorgimento, un altro di produzione di maschere della commedia dell’arte che ha dato un artigiano venuto appositamente dall’Italia e un altro ancora di danza rinascimentale con un ballerino che ci ha insegnato alcuni passi. Contiamo di riprendere queste attività nel corso del prossimo anno-.

 

 

Perfettamente inserita a Madrid città che ormai sente propria, Daniela Guidi porta Bologna nel cuore e ne parla con grande emozione.

-Bologna è una città bellissima, non solo perché è la mia -sorride- ma perché è cosmopolita, vivace. L’Università accoglie alunni di tutto il mondo e poi ci sono le Fiere che contribuiscono a darle un’apertura internazionale. Abbiamo il Dams che ha introdotto un concetto molto innovativo per ciò che riguarda l’insegnamento delle discipline artistiche e culturali. Bologna è una città aperta, accogliente, solidale. La mia famiglia è da sempre impegnata nel mondo della solidarietà. Io stessa, quando studiavo, aiutavo i bambini immigrati nello studio, nell’apprendimento della lingua. Bologna è così, ci si aiuta e non importa da dove vieni-.

 

La nostalgia affiora a mano a mano che parla e ad una nostra precisa domanda risponde dopo una riflessione:

-Mi manca la mia famiglia, naturalmente, e mi manca lo spirito goliardico, allegro dei bolognesi. Mi mancano le lunghissime chiacchierate politiche che facevamo tra studenti nei caffè o in una delle nostre bellissime osterie. Ora gran parte dei miei amici universitari sta lavorando all’estero ma continuiamo a sentirci. In quegli anni io ero molto concentrata nello studio e facevo vari lavoretti per mettere da parte i soldi che avrei utilizzato per viaggiare. Anche questo è un qualcosa che caratterizza la nostra città: i giovani, in grandissima maggioranza studiano e lavorano. Sono lavoretti che svolgono spesso in caffè, ristoranti oppure in campagna, un settore in cui la manodopera, soprattutto stagionale, è sempre ben accolta. Io, durante un tempo, ho fatto la cassiera in una pizzeria. I ragazzi vogliono sentirsi indipendenti e lavorare mentre studiano per loro è normale-.

 

Impossibile essere bolognesi e non avere nostalgia anche della sua gastronomia.

 

-Verissimo. Molte cose le preparo anche io a casa mia. Quando faccio i tortellini coinvolgo tutta la famiglia-.

 

Una famiglia grande. Daniela ha tre figli, Eduardo, Raffaele e Veronica.

-Andiamo in Italia almeno una volta l’anno e i ragazzi si trovano subito bene con i nonni e con i loro coetanei. E poi li prendo per la gola perché amano moltissimo la nostra cucina e i piatti che prepara la nonna. Veronica, la più piccola parla l’italiano benissimo, ha perfino l’accento bolognese, per gli altri è un po’ più difficile anche perché sono più timidi. Io non ho voluto imporre loro lo studio dell’italiano, mi limito a parlarlo in casa e lascio che siano loro a decidere, un domani, se vogliono migliorarlo attraverso lo studio della grammatica-

 

Vivere all’estero inevitabilmente ci cambia e al tempo stesso cambiano i luoghi in cui abbiamo trascorso la prima parte della nostra vita.

-Bologna è cambiata e senza dubbio sono cambiata io. Una grande differenza tra la città della mia giovinezza e quella di oggi consiste nell’afflusso turistico che è andato crescendo negli ultimi anni. Prima gli stranieri venivano per studio o per partecipare ad una Fiera, oggi invece ci sono tantissimi turisti durante tutto l’anno. Ne sono felice perché Bologna è molto bella e mi stupivo, negli anni passati, quando vedevo che i turisti si fermavano soltanto a Venezia, Roma, Firenze e qualche volta Milano. In quanto a me la mescolanza tra la bolognese e la madrilena si nota proprio nella lingua. Mi trovo a dire alcune cose in spagnolo, perché le ho interiorizzate così, a volte perdo alcuni slang. Comunque, mia sorella, attentissima, è sempre lì pronta a bacchettarmi-.

 

Daniela vive la sua dualità con allegria e il caratteristico buonumore bolognese.

-In fondo Bologna e Madrid si somigliano molto, sono entrambe città allegre in cui si vive molto all’aperto e si ama stare in compagnia-.

Redazione Madrid