Mosca avverte la Nato: “Vicini allo scontro diretto”

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ROMA. – “Il flusso di armi della Nato verso l’Ucraina e gli aiuti militari a Kiev avvicinano l’Alleanza alla pericolosa linea dello scontro militare diretto con la Russia”. Mentre continua a prendere di mire le infrastrutture energetiche ucraine con bombardamenti costanti, costringendo il Paese al razionamento dell’elettricità, Mosca torna a puntare il dito contro il sostegno occidental

e alle truppe di Volodymyr Zelensky. Un avvertimento che si affianca a quello diretto all’Europa per la prevista missione di addestramento di 15 mila soldati ucraini, che per il ministero degli Esteri russo “accresce qualitativamente il coinvolgimento dell’Ue, rendendola, ovviamente, parte del conflitto”.

Secondo la portavoce della diplomazia, Maria Zakharova, buona parte delle forniture all’esercito di Kiev ingrosserebbe inoltre il mercato nero, con un volume mensile del contrabbando superiore al miliardo di dollari. Armi che, accusa Mosca, finiscono “nelle mani di terroristi, estremisti e gruppi criminali in Medio Oriente, Africa centrale e Sud-Est asiatico”.

Il livello di guardia dello scontro tra Russia e Nato è testimoniato anche dal rischio sempre più frequente di incidenti che potrebbero rappresentare un casus belli. Come avvenuto il 29 settembre scorso, quando un caccia di Mosca ha sganciato un missile vicino a un aereo britannico che pattugliava lo spazio aereo internazionale sul Mar Nero, secondo quanto riferito a Westminster dal ministro della Difesa britannico Ben Wallace. Un episodio che ha spinto Londra a sospendere le attività nell’area.

Sul terreno, nel frattempo, l’Ucraina rischia di piombare in una crisi energetica sempre più grave. Dopo che i raid russi hanno messo fuori uso un terzo delle centrali elettriche del Paese, Zelensky ha lanciato un deciso appello alla popolazione a razionare l’elettricità per evitare nuovi blackout, come quelli che per diverse ore hanno lasciato nuovamente senza luce a rotazione la regione della capitale.

“Faremo certamente tutto il possibile per ripristinare le normali capacità energetiche del nostro Paese, ma richiederà tempo”, ha affermato il presidente ucraino. “Per favore, non accendete elettrodomestici non necessari e limitate il consumo d’elettricità su quelli che richiedono molta energia”, ha chiesto.

Problemi si segnalano anche per la connessione internet, scesa a circa l’80% dei livelli ordinari. Sul fronte dei combattimenti, le forze di Mosca continuano a riorganizzarsi nell’est, e secondo Kiev pongono una “minaccia crescente” di nuovi attacchi dal territorio della Bielorussia, mentre il presidente Vladimir Putin ha voluto ispezionare di persona un centro di addestramento militare per le truppe mobilitate nella regione di Rjazan, nella Russia occidentale.

Una visita da comandante in capo per passare in rassegna alcuni degli oltre 200 mila riservisti già richiamati sotto le armi e scandita dai resoconti del ministro della Difesa Serghei Shoigu, fortemente criticato nelle scorse settimane dai falchi guidati dal leader ceceno Ramzan Kadyrov. A sud, invece, le truppe di Mosca continuano a rinculare e secondo gli 007 britannici starebbero valutando “seriamente” il ritiro da Kherson, dove intanto è iniziata l’evacuazione dei civili richiesta dai filorussi nel timore di un attacco nemico.

Il “reinsediamento” sulla sponda orientale del fiume Dnepr – una “deportazione”, denuncia Kiev – ha già coinvolto 15 mila persone, un quarto del totale previsto dai pretoriani di Putin. Sull’Ucraina continuano anche a piovere droni kamikaze che per Kiev sono di produzione iraniana e per cui l’Occidente ha annunciato sanzioni.

Ma Teheran nega ogni coinvolgimento e ha sfidato il governo di Zelensky a “fornire prove riguardo al presunto uso di droni iraniani nella guerra”. Una situazione sempre più instabile che ha spinto anche la Cina ad invitare i connazionali a “restare in contatto” con l’ambasciata a Kiev e “ad evacuare il prima possibile”.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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