Il Giro d’Italia torna a Roma. Partenza il 6 maggio dall’Abruzzo

Il colombiano Egan Arley Bernal Gomez festeggia la vittoria nel Giro d'Italia dopo l'arrivo a Milano.
Il colombiano Egan Arley Bernal Gomez festeggia la vittoria nel Giro d'Italia 2021 dopo l'arrivo a Milano. ANSA/LUCA ZENNARO

MILANO. – Dall’Abruzzo a Roma, con il traguardo fissato ai Fori Imperiali. La Capitale torna così ad ospitare, per la quinta volta in 106 edizioni, l’arrivo del Giro d’Italia, cinque anni dopo la figuraccia della tappa neutralizzata per salvaguardare la sicurezza dei ciclisti, costretti a destreggiarsi tra buche e sanpietrini. E la speranza comune, di Rcs Sport e della Giunta Gualtieri, è quella di proseguire insieme fino al 2026, con trattative in fase avanzata.

“L’arrivo a Roma per il Giro d’Italia è come quello di Parigi per il Tour de France – commenta Urbano Cairo -, è la conclusione naturale. Sarei più che felice di arrivare a Roma più volte e non solo quest’anno. Mi hanno promesso che sarà tutto perfetto quest’anno”.

Più sbottonato l’assessore allo Sport di Roma, Alessandro Onorato: “Il nostro obiettivo è programmare, completare con il Giro d’Italia un cartellone di grandi eventi come la Ryder Cup e la Formula E. Per noi è l’occasione di rilanciare l’immagine di una città moderna, non può più bastare lo straordinario patrimonio monumentale-archeologico. Investiamo nei grandi eventi sportivi per le forti ricadute economiche sulla città”.

Per arrivare a Roma, però, il gruppo dovrà sudare parecchio: percorso durissimo con 51.300 metri di dislivello. “E’ un tracciato da 10”, la descrizione di Alberto Contador. “E’ disegnato molto bene, simile a quello che ho vinto io”, il ricordo nostalgico di Vincenzo Nibali che ha appena appeso la bicicletta al chiodo con un palmares da leggenda.

Tre frazioni a cronometro, sette arrivi in salita e otto tappe velocisti. Uno sconfinamento in Svizzera per raggiungere la Cima Coppi, sui 2.469 metri del Passo del Gran San Bernardo. Si comincia con una crono sulla pista ciclabile della Costa dei Trabocchi: sarebbe perfetta per il neo-primatista dell’ora Filippo Ganna. Dopo una settimana di corsa piuttosto tranquilla, il primo arrivo sopra quota 2.000 sarà posto sul Gran Sasso, la Cima Pantani.

Il gruppo dovrà poi affrontare i muri marchigiani per raggiungere il traguardo di Fossombrone. La seconda cronometro sarà ancora dedicata agli specialisti: 33,6 km tra Savignano sul Rubicone e Cesena. Da lì in poi si deciderà il Giro d’Italia. Il tappone alpino di Crans Montana, con due ascese sopra i 2.000 metri (Gran San Bernardo e Croix de Coeur), sarà il primo test probante per gli uomini di classifica.

Il Monte Bondone, con punte al 15%, darà un’altra scossa al gruppo. Poi un trittico da paura: la frazione con l’arrivo in Val di Zoldo sarà breve (160) ma intensa (3.700 metri di dislivello); da Longarone (a 60 anni dalla tragedia del Vajont) partirà il tappone dolomitico con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo, frazione infernale con 5.400 metri di dislivello e cinque asperità; l’ultima fatica sarà la cronoscalata del Monte Lussari, con tratti al 22%.

Infine, la passerella ai Fori Imperiali della Città Eterna. Che potrebbe presto trasformarsi, se le cose andranno come pare, nella capitale del ciclismo italiano.

(di Luca Guazzoni/ANSA)

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