Pediatri di famiglia, incidenti a casa seconda causa morte bimbi

ROMA, 15 OTT – “Gli incidenti domestici, dopo i tumori, in Italia sono la seconda causa di mortalità in età pediatrica, con oltre il 20% di tutti i decessi. Ogni anno arrivano in Pronto Soccorso 350mila bambini tra zero e 14 anni. I costi umani, sociali ed economici sono altissimi e si tratta di eventi che possono essere perlopiù evitati”. Lo sottolinea Antonio D’Avino, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, nel presentare una guida alla prevenzione degli incidenti e manovre salvavita destinata agli specialisti e distribuita in occasione del Congresso Scientifico Nazionale Fimp, che oggi si chiude a Riva del Garda.

“In questo documento intersocietario – spiega D’Avino – si è voluto sistematizzare la conoscenza sui pericoli in viaggio, e in particolare di quelli domestici, derivanti da acqua, fuoco ed elettricità, fino agli infortuni che occorrono nelle attività sportive. L’inalazione di corpo estraneo ed il trauma cranico, sono altri due temi purtroppo centrali nel volume, che contiene raccomandazioni divise anche per fasce d’età, da inserire nei Bilanci di Salute programmati sin dalla nascita”. La Federazione Italiana Medici Pediatri annuncia di aver istituito l’area Puer (Prevenzione, Urgenze, Emergenze responsabili). “Gli incidenti domestici rappresentano il 75% del totale degli incidenti”, ricorda poi il segretario alle Attività Scientifiche ed Etiche di Fimp e presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, Giuseppe Di Mauro.

“Un dato preoccupante – osserva – riguarda le intossicazioni e gli avvelenamenti (87,9% in ambienti domestici), nell’ambito dei quali basti citare, a titolo di esempio, il 32,1% riferito all’intossicazione da farmaci, il 27,1% ai prodotti per la pulizia della casa, il 2,3% alle piante da appartamento. La fascia di età 1-4 anni è quella maggiormente rappresentata, seguita dalla fascia 5-9 anni, in entrambi i casi con prevalenza di maschi rispetto alle femmine. Il nostro manuale contiene raccomandazioni fondamentali su annegamenti, caduta dall’alto e ustioni, ma anche su impatti stradali, violenza e abbandono”. (ANSA).
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