Maltempo: corteo ad Ancona, basta pagare su nostra pelle

ANCONA, 15 OTT – “Basta pagare sulla nostra pelle devastazioni ambientali, cambiamenti climatici, caro vita e caro bollette”. E’ lo slogan della manifestazione organizzata ad Ancona ad un mese dall’alluvione del 15 settembre che ha travolto il Senigalliese e il Pesarese, causando 12 vittime accertate, danni ingenti e sfollati, e una persona ancora dispersa. A scendere in piazza, sfilando in corteo dalla fiera della pesca di Ancona (zona Mandracchio) fino a piazza Roma, quasi in 300, tra associazioni, sindacati, movimenti, centri sociali e alluvionati. I manifestanti hanno mostrato striscioni, cartelli, bandiere anche arcobaleno e acceso fumogeni. In un cartello hanno scritto: “anche se vi sentite assolti, siete lo stesso coinvolti. Senigallia non dimentica”.

La manifestazione è stata promossa da Spazio Autogestito Arvultura Senigallia, Fridays For Future Ancona, Trivelle Zero Marche Campagna “Per il clima, fuori dal fossile”. “Ad un mese dalla ‘strage’ avvenuta nelle Marche torniamo a manifestare – dice Daniele Pietroni, attivista Friday for Future di Ancona – , una parola forte ma questo è stato un evento climatico estremo sommato alla mala gestione del territorio. La crisi è sistemica. Le catastrofi ambientali, il carovita, le scelte ‘fossili’ – aggiunge – e anche questa volta si cerca di scaricare le responsabilità in basso (ai singoli). Non siamo più disposti ad assistere a questo copione assurdo. Anche in quest’ultima tragedia si sta cercando di colpevolizzare le vittime, sostenendo che ‘non dovevano essere lì'”.

“Quasi in contemporanea – osserva l’attivista riallacciandosi alla sentenza legata al sisma de L’Aquila – anche un tribunale ha sentenziato qualcosa di simile e questo è abbastanza spaventoso. Ecco perché è importante convergere e resistere in date come quella di oggi. Non si può più restare indifferenti – conclude – ed oggi insieme a tante altre realtà, movimenti e associazioni proviamo a scrivere un altra sceneggiatura, un altro finale. Non siamo più disposti a pagare le loro crisi sulla nostra pelle e sul nostro futuro”. (ANSA).

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