Guerra Ucraina: strage al mercato nel Donetsk, dodici arresti per la Crimea

Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, seduto alla scrivania, 11 ottobre 2022.
Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, seduto alla scrivania, 11 ottobre 2022. (Account Zelensky su Twitter).

ROMA. – Mosca ha scelto il mercato centrale della città di Avdiivka, nel Donetsk, per ribadire ancora una volta la sua risposta a quello che considera un “atto terroristico” al ponte che collega la Crimea alla Russia saltato in aria nei giorni scorsi e per il quale ha annunciato oggi l’arresto di 12 persone, con il dito puntato contro Kiev.

Sul frequentato mercato di Avdiivka, nella mattinata, ha sganciato missili che hanno ucciso almeno sette civili e ne hanno feriti otto: il conflitto che colpisce ancora una volta la vita quotidiana, l’economia, la vitalità stessa del territorio. L’Ucraina non ha tardato a condannare: “Non c’è alcuna logica militare in questo attacco, solo un desiderio sfrenato di uccidere il maggior numero possibile di persone e di spaventarne altre”, ha detto il governatore locale Pavlo Kyrylenko.

Così, dopo lo shock della guerra tornata nel cuore della capitale Kiev, l’attenzione torna sul corridoio orientale delle autoproclamate repubbliche russofone, dove la battaglia non si è mai fermata. Ed è di queste ore la scoperta, comunicata dalla polizia regionale, di 35 siti di sepoltura nelle zone della regione di Donetsk liberate dagli occupanti russi, con più di 120 corpi riesumati.

“La polizia ha trovato 35 luoghi di sepoltura negli insediamenti liberati. Tre di questi sono fosse comuni. Uno è a Sviatohirsk, dove sono state sepolte sette persone (sei donne e un uomo). Gli altri si trovano nel cimitero di Lyman. Diverse decine di militari delle Forze Armate dell’Ucraina sono stati sepolti in una fossa comune e più di cento civili sono stati sepolti in un secondo luogo. Sono state sepolte intere famiglie”, si legge nel rapporto di cui hanno dato conto i meda ucraini.

Intanto per il terzo giorno consecutivo l’esercito russo ha attaccato il distretto di Kamian, nella regione di Dnipropetrovsk, bombardando l’infrastruttura energetica: l’esplosione ha provocato un incendio e distruzioni, secondo il capo dell’amministrazione militare regionale Valentin Reznichenko citato da Espreso Tv.

Poi, dopo indicazioni di 48 ore di ininterrotto fuoco russo su città e centri urbani, la presidenza ucraina ha annunciato la riconquista di cinque città nella regione di Kherson, a sud del Paese, che erano state occupate dalle forze russe. Si tratta di cinque centri del distretto di Beryslav, nel nord-est della regione di Kherson, ed è un’avanzata anche simbolica nel tenere alta l’attenzione sulla controffensiva ucraina nel sud.

Questo mentre Kiev sembra aver fatto un piccolo passo avanti anche sul piano diplomatico, se è vero quanto emerge in ambito Nato, nello specifico dall’incontro del gruppo di contatto per l’Ucraina a Bruxelles, dove il segretario Usa alla Difesa, Lloyd Austin, ha definito “prioritario” lo scudo missilistico per proteggere i cieli ucraini dagli attacchi russi: una richiesta che Kiev aveva avanzato sin dall’inizio del conflitto.

Mosca ha intanto individuato, chiamandolo per nome, un altro bersaglio: è Kirill Budanov, il capo dell’intelligence militare di Kiev, che ritiene essere “la mente” dietro l’attacco al ponte che collega la Russia alla Crimea. Partendo da qui, l’intelligence russa, l’Fsb ha annunciato 12 arresti fra cittadini russi e ucraini considerati complici nei preparativi dell’attentato.

Tre ucraini, due georgiani e un cittadino armeno avrebbero organizzato la consegna di esplosivi dalla Bulgaria prima alla Georgia e poi all’Armenia. Secondo i servizi russi, inoltre, un altro cittadino ucraino e cinque russi identificati avevano preparato falsi documenti per una società inesistente in Crimea per ricevere gli esplosivi. “Un’assurdità”, l’ha liquidita Kiev.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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