Prezzo del gas al tavolo del G7, Draghi chiede unità

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha partecipato oggi alla riunione in videoconferenza dei Leader del G7, durante la quale è intervenuto anche il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.
L'ex-presidente del Consiglio, Mario Draghi, in una foto d'archivio.

BRUXELLES. – I prezzi dell’energia sono ancora troppo alti, il dossier va affrontato con unità. Una manciata di giorni dopo il vertice di Praga il premier Mario Draghi torna ad ‘alzare la voce’ sul dossier gas e questa volta lo fa al tavolo dei Grandi del pianeta. Ad ascoltarlo ci sono i leader del G7 e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che da qui alle prossime due settimane avrà l’onore e soprattutto l’onere di formulare una proposta che accontenti tutti i 27.

“Stiamo lavorando a tutta velocità, sulla riduzione della domanda ma anche sui prezzi e sugli investimenti”, hanno ribadito dalla Commissione. Ed una delle ipotesi che, in queste ore, starebbe guadagnando terreno è quella di mettere un cosiddetto price cap dinamico – di fatto una forchetta – all’indice Ttf della borsa di Amsterdam.

Alla riunione in videoconferenza del G7 si è parlato soprattutto di Ucraina e dell’escalation impressa dal Cremlino. Ma al punto 13 del comunicato finale si fa cenno alla necessità di “uno stretto coordinamento per affrontare l’impatto negativo sulla stabilità economica globale, anche continuando a cooperare per garantire la sicurezza energetica e l’accessibilità economica in tutto il G7 e oltre”.

La stessa von der Leyen, in un tweet, ha sottolineato che all’incontro si è “discusso della riduzione dei prezzi dell’energia”. Ne ha parlato, certamente, il premier italiano. “Siamo riusciti a diversificare le nostre fonti di energia e a diventare sempre più indipendenti dal gas russo. Tuttavia, i prezzi dell’energia sono ancora troppo alti, è un problema che dobbiamo affrontare uniti”, sono state le parole di Draghi.

Un messaggio simile potrebbe essere portato dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani al Consiglio Affari Energia straordinario di mercoledì a Praga. Si tratta della prima occasione in cui la Commissione, nei panni di Kadri Simson, è chiamata ad illustrare lo schema del piano d’azione di Bruxelles. Uno schema che andrà a toccare, a grandi linee, la gestione della domanda energetica, un cap al prezzo del gas che forma il costo dell’elettricità e, nel lungo periodo, una vera e propria riforma del mercato.

“Probabilmente il price cap sarà un intervallo entro il quale il Ttf potrà variare senza avere questi picchi di volatilità assurdi. Direi che su questo stiamo convergendo”, ha spiegato Cingolani, tornando a puntare il dito contro la borsa di Amsterdam: “Il Ttf è totalmente sganciato dalla realtà. Stiamo pagando questa cosa e un ritardo nell’agire. Non stiamo pagando una reale mancanza di gas”.

La Commissione, che nel briefing quotidiano è tornata a respingere le accuse di un ritardo nella sua azione, si muoverà in realtà su più opzioni, inclusa quella di un price cap da negoziare, attraverso contratti a lungo termine, con i fornitori affidabili. Sullo sfondo c’è, soprattutto, il pressing di diverse cancellerie su Bruxelles e, indirettamente sulla Germania, che si appresta a mettere in campo uno scudo da 200 miliardi.

Berlino, sul price cap, continua a restare scettico mentre ha aperto, salvo poi fare dietrofront, sulla possibilità di fare debito comune per affrontare il caro prezzi. L’impressione, secondo più di una fonte a Bruxelles, è che nel nome del level playing field su uno dei due punti dovrà fare qualche concessione.

(Di Michele Esposito/ANSA)

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