Scandalo abusi Usa, choc per soccer Mom

L' ex procuratore generale degli Stati Uniti Sally Yates ANSA/MICHAEL REYNOLDS

ROMA. – Alzare il tappeto per cercare la polvere e trovare invece tanto marcio, un nuovo scandalo, in un ulteriore colpo alla fiducia nel grande edificio dello sport statunitense, ancora scosso dal caso Nassar, il medico del team Usa di ginnastica condannato per aver molestato centinaia di ragazze.

Sono gli esiti choc dell’indagine commissionata dalla Federcalcio Usa, che ha rilevato abusi sistematici nel mondo del calcio femminile. Il soccer Usa al femminile è un fenómeno sociale ancor prima che sportivo: le bambine al college, le soccer mom come Heidi Klum e Gwen Stefani ma addirittura Michelle Obama nei suoi giorni alla Casa Bianca, la moda della middle class.

E ora, le rivelazioni choc inducono l’intero Paese a interrogarsi su cosa accade nelle decine di migliaia di scuole, palestre, stadi e impianti dove milioni di giovani, ogni giorno, rischiano di restare alla mercè di qualche orco. Soprattutto, pesa la sensazione che chi deve controllare faccia troppo poco per intervenire, preferendo anzi tacere, nascondere
o sottovalutare.

La vicenda venuta alla luce dopo anni di sospetti e richieste di chiarimenti riguarda in particolare episodi che coinvolgono il calcio femminile di alto livello, la National Women’s Soccer, con tre  allenatori – l’ex dei Racing Louisville Christy Holly, l’ex dei Portland Thorns Paul Riley e l’ex dei Chicago Red Stars Roy Dames – accusati di grave cattiva condotta e abusi sessuali, ma sembra la classica punta dell’iceberg. Intanto perchè conferma un elemento comune e preoccupante: le ripetute mancanze da parte dei proprietari e dei dirigenti, dei funzionari della federazione e di tanti altri soggetti nel dare ascolto agli avvertimenti e alle lamentele delle atlete.

Poi, ed è la cosa anche più grave, ha fatto emergere che gli abusi nella Nwsl sono radicati nel calcio femminile, a partire dai campionati giovanili, dove, si sottolinea, sono diventati la norma un linguaggio   offensivo da parte degli allenatori e rende labili i confini del loro comportamento, specie nei confronti delle ragazze.

A livello di Nwsl, l’indagine condotta dall’ex procuratore generale degli Stati Uniti Sally Yates e da uno studio legale avrà delle conseguenze dirette, se non immediate, con le società messe sotto pressione per modificare la loro policy e la federazione impegnata a intervenire con più rapidità e risolutezza, tra decaloghi di comportamento in via di approvazione e un’indagine indipendente da portare avanti per approfondire la questione. Sul fronte, enorme, del calcio e dello sport giovanili, c’è la sensazione che qualcosa si stia muovendo anche per affrontare una cultura che prevede metodi di allenamento aggressivi, quasi al limite della sopraffazione, e copre i comportamenti inappropriati.

“Non era solo una cultura del silenzio, era in realtà una cultura di insabbiamento”, ha detto alla Cnn l’ex nazionale Usa Joanna Lohman ricordando certi episodi, ma soprattutto ha posto l’accento su certi allenatori: “Mi arrabbio quando vedo che corrono lungo le linee laterali urlando e offendendo – ha sostenuto -. É scandaloso che persone così possano guidare i nostri ragazzi e ragazze, che crescono in un’ambiente  cui questo diventa la norma. Imparano che la leadership si costruisce attraverso le urla e l’abuso”.

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