La giornata politica: Mattarella-Meloni, coerenza e senso comunità

La presidente di FdI Giorgia Meloni arriva alla Camera dei Deputati a Montecitorio
La presidente di FdI Giorgia Meloni arriva alla Camera dei Deputati a Montecitorio, Roma, 04 ottobre 2022. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Fare in fretta, bene, nel rispetto degli equilibri politici della coalizione, garantendo una transizione ordinata, che non sarà certo “un inciucio”, con il premier uscente Mario Draghi. Stanca di retroscena “surreali” e di voci incontrollate che continuano ad alimentare tensioni nel centrodestra, Giorgia Meloni, ieri sera aveva tentato di riportare la calma indicando le vere priorità in vista della formazione del nuovo Esecutivo.

Ma anche oggi, di fronte alle proteste e ai continui accadimenti internazionali, la leader di FdI, ancora alle prese con incontri vari, come quello con il ministro della Transizione Ecologica Cingolani, e con il paziente lavoro di ricucitura tra ambizioni dei suoi, aspirazioni dei molti e le concrete necessità, deve tornare a prendere posizione.

E stavolta lo fa su due questioni cardine: interesse nazionale ed energia. Prendendo spunto dalle celebrazioni in onore di San Francesco e dall’appello lanciato dal presidente della Cei Cardinal Zuppi alle forze politiche (“tutti concorrano all’interesse nazionale”), Meloni, che già dopo il voto del 25 settembre aveva manifestato l’intenzione di voler “unire” il Paese e non dividerlo, richiama al “senso di comunità” osservando come sia “dalla necessità di concorrere tutti, pur nelle differenze, all’interesse nazionale” che “è necessario ripartire per affrontare le difficili sfide che l’Italia ha davanti”.

Un messaggio che si fonde idealmente con le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella quando da Assisi parla di coerenza nei comportamenti e collaborazione tra le istituzioni. Sul tema energetico, invece, Meloni punta il dito contro lo ‘strappo’ della Germania e mette in chiaro che il prossimo Governo farà della lotta alla speculazione uno dei suoi ‘must’.

La “crisi energetica è una questione europea – chiarisce su Fb – e come tale deve essere affrontata”. “Azioni di singoli Stati tese a sfruttare i propri punti di forza – afferma – rischiano di interferire nella competitività delle aziende e creare distorsioni nel mercato unico europeo”. Quindi, assicura, “sosterremo ogni azione volta a contrastare fenomeni speculativi e ingiustificati aumenti del costo dell’energia e appoggeremo l’iniziativa condivisa di concreto aiuto a famiglie e imprese”. “Stiamo lavorando prevalentemente sul caro-bollette – insiste – ma bisogna capire come affrontare i prossimi tre mesi”.

Un arco temporale, questo, che, fa capire, necessita di un’azione congiunta anche con il governo uscente. E anche se a Bruxelles l’Ecofin raggiunge l’intesa per un nuovo capitolo del Recovery sull’energia e la Germania difende il proprio piano minimizzandone la portata (“C’è stato un malinteso, saranno solo aiuti mirati”), ogni forza politica cerca di dire la sua.

Il responsabile Energia di FI, Luca Squeri, ad esempio, lancia la proposta di sfruttare la meglio le “biomasse” che in Italia restano per lo più “inutilizzate” visto che “consentirebbero di sostituire immediatamente tra i 7 e i 10 miliardi di metri cubi di gas, cioè circa un terzo di quanto importiamo dalla Russia”.

Secondo il Pd, invece, servirebbero tre misure: prorogare il credito d’imposta rafforzato per i costi delle imprese; tagliare le accise su benzina e gasolio; allargare la platea delle famiglie aventi diritto al bonus sociale luce e gas, come scrive su Fb Antonio Misiani.

Ma oggi è soprattutto il giorno del Consiglio Federale della Lega convocato dal segretario Matteo Salvini, oggi premiato dai sondaggi (“Secondo Swg il 70% degli elettori vuole che resti segretario”). Una riunione dalla quale emerge l’intenzione di non voler far sconti a nessuno. Né sulla formazione del Governo, né sui singoli temi, a cominciare dalla flat tax che resta “un punto cardine” dell’agenda di centrodestra con buona pace del leader di Confindustria Bonomi che ieri aveva chiesto di non farla.

Così, prima si fa sapere che la Lega continua a puntare a ministeri di peso come Interni, Riforme e Autonomia, Agricoltura e Infrastrutture. E, poi, si avverte che è stato confermato a Salvini il pieno mandato per “proseguire i lavori con gli alleati per dare all’Italia un governo politico e all’altezza delle aspettative”.

Nella nota, si dice anche che sono state “approvate all’unanimità le priorità del partito: stop al caro bollette, estensione e rafforzamento della flat tax, sicurezza nelle città, via libera ai cantieri, taglio della burocrazia, valorizzazione di settori come l’agricoltura, la pesca e il turismo”. Salvini, che in apertura aveva parlato di “brutto clima” contro di lui, sottolinea come la Lega abbia donne e uomini di valore, confermando di avere “idee chiare” sul da farsi e sulla squadra da portare al Governo.

(di Anna Laura Bussa/ANSA)

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