Kirill recluta in Chiesa: “Se morite sarete con Dio”

Kirill il patriarca di Mosca e tutte le Russie in una foto d'archivio
Kirill il patriarca di Mosca e tutte le Russie in una foto d'archivio. ANSA/YURI KOCHETKOV

ROMA. – Usando la retorica “di una pacificazione che riunisca la Santa Russia” e ignorando i recenti appelli di papa Francesco a tutti i leader religiosi a difendere la pace, il patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca Kirill è tornato a schierarsi al fianco di Vladimir Putin nella guerra contro l’Ucraina.

E lo ha fatto spronando i russi ad arruolarsi, mentre ai confini del Paese crescono le file di uomini che cercano di sfuggire alle armi: “Non abbiate paura, se morite per la patria vi ritroverete con Dio”.

L’occasione è stato il sermone pronunciato dal primate – fedelissimo di Putin – al monastero di Zachatievsky due giorni fa, nelle stesse ore in cui il leader del Cremlino annunciava “la mobilitazione parziale”. “Cristo è risorto e noi tutti resuscitiamo insieme a lui. La vita è eterna. E perciò ándate senza paura di compiere il vostro obbligo militare”, ha affermato Kirill ai fedeli, ripreso in un video poi postato su Twitter dal media d’opposizione bielorusso Nexta. “E siate sicuri che come dice il sacro testamento, se morite per la patria vi troverete insieme a Dio nel suo regno, nella sua gloria, nella sua vita eterna”, ha aggiunto il patriarca nel breve video, su cui lo stesso Nexta ironizza nel tweet chiedendosi: “Forse Kirill rifiuterà una Mercedes blindata e la scorta?”.

Il patriarcato di Mosca ha diffuso sul proprio sito il testo del sermone, a cui sembrano riferirsi le immagini postate. Nel resoconto si sostiene che il discorso di Kirill facesse riferimento alla battaglia di Kulikovo nel 1380, quando i russi sconfissero le armate congiunte dei mongoli e dell’alleanza polacco-lituana. Il patriarca ha quindi spiegato che fu la fede a permettere quella vittoria. Perché, ha aggiunto, “la vera fede distrugge la paura della morte”.

Tornando ai giorni nostri invece, sempre secondo il testo ufficiale diffuso dal patriarcato, Kirill ha sostenuto come sia “importante che nei nostri cuori non ci sia il sentimento che esiste un nemico” e che bisogna “pregare il Signore perché pacifichi la Russia e metta fine alle lotte intestine, cosicché la Santa Russia sia riunita”. “Chiediamo che una vera vittoria arrivi senza battaglie e spargimenti di sangue e ci riporti all’unità spirituale, alla pace, alla prosperità e all’amore reciproco”, ha concluso il patriarca con parole in apparenza concilianti, ma che sottintendono la resa degli ucraini.

Kirill è stato sin dalle primissime ore sostenitore dell’invasione russa al fianco di Putin, e per questo sanzionato da alcune cancellerie occidentali. Dopo il 24 febbraio anche il Vaticano annullò l’incontro tra papa Francesco e il patriarca previsto per giugno a Gerusalemme. Un faccia a faccia non del tutto naufragato, stando al metropolita di Mosca, Antonij di Volokolamsk, che ha incontrato il pontefice in Kazakistan. “Il sacro non sia puntello del potere e il potere non si puntelli di sacralità!”, aveva ammonito Francesco al Congresso dei leader religiosi. A quanto pare inascoltato.

(di Laurence Figà-Talamanca/ANSA).

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